venerdì 16 aprile 2010

L'uomo nell'ombra

L’UOMO NELL’OMBRA (The ghost writer, UK/Germania/Francia) di Roman Polanski con Ewan McGregor, Pierce Brosnan, Olivia Williams, Kim Cattrall, Tom Wilkinson THRILLER- Dopo il clamoroso e tardivo arresto del regista Roman Polanski per l’accusa di violenza sessuale su minore commessa in USA e risalente a circa trent’anni fa (vicenda che l’ha portato ad essere esule in Europa da allora), che ne ha ritardato la lavorazione facendo seriamente temere per le sue sorti, e la presentazione in concorso alla 60ma edizione del festival di Berlino, questo ultimo travagliato lavoro del regista polacco rappresenta un ritorno al thriller a 10 anni da “La nona porta”. La misteriosa morte classificata come incidente del suo ghost writer, porta l’ex primo ministro britannico Adam Lang (l’ex 007 Pierce Brosnan) a sostituirlo con un giovane aspirante scrittore (Ewan McGregor “Moulin Rouge!”, “Young Adam”) che non tarderà a sospettare un delitto e ad indagare sull’accaduto, mettendo così in pericolo la propria vita. Il suo lavoro e la sua indagine si svolgeranno a cavallo tra l’inospitale isola di Martha’s Vineyard, dove Lang si è stabilito con moglie (Olivia Williams “An Education”) e staff, e la terra ferma: il tutto sotto il costante assedio dei media, per le accuse mosse a Lang di crimini umanitari. Tratto dal romanzo “Il ghostwriter” (termine usato per indicare uno scrittore professionista pagato per scrivere opere poi attribuite ad altre persone) dello scrittore inglese Robert Harris, questo diciottesimo lungometraggio di Polanski può contare sui magnifici e cupi scenari dell’isola di Sylt in Germania settentrionale - in luogo di Martha’s Vineyard, che gli era proibita in quanto in territorio statunitense- che contribuiscono a creare un clima claustrofobico e di costante pericolo e su una sceneggiatura molto classica, ma solida, che mostra qualche segno di cedimento verso la fine –una risoluzione troppo rapida e poco dettagliata del caso- e in un imprevisto e francamente ridicolo risvolto pseudo sentimentale. Il protagonista di Ewan McGregor è invece insieme punto di forza e punto debole del film: con sua aria da uomo qualunque e il suo essere a tratti goffo e in alcuni casi imprudente, e con il suo atteggiamento di uomo capitato per caso in una vicenda più grande di lui, contribuisce da un lato a rendere più realistica la vicenda e a favorire l’immedesimazione dello spettatore, dall’altro a fare un po’storcere il naso a quanti sono abituati a vedere nei film gente comune trasformarsi in eroi pronti a tutto alla Harrison Ford. Insomma un buon thriller che, pur con qualche pecca, regala un paio d’ore di intrattenimento rifuggendo dal sensazionalismo di alcune scene al quale ci ha abituati molto cinema americano. Bellissimo il finale con un fuori campo che rimane impresso nella memoria e spiazza lo spettatore.
Se ti è piaciuto guarda anche: “Frantic” di Roman Polanski (id., 1988) con Harrison Ford ed Emmanuelle Seigner.
Voto: 7.5/10
CLIZIA GERMINARIO



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