domenica 11 aprile 2010

DA SOPRA Giù NEL FOSSATO @ CASTELLO SVEVO DI BARI

15- Marzo/ 16 maggio 2010 a cura di Achille Bonito Oliva


Tralasciando I canoni tradizionali in cui l'esposizione d'arte viene “contenuta”, oggi il castello Svevo di Bari abbandona momentaneamente la funzione di contenitore, per essere a sua volta racchiuso in un insieme di opere multisensoriali installate lungo il percorso del fossato creando l'occasione di godere diverse prospettive.

Promotori “dell' arte non arte”, artisti concettuali che spaziano tra pittura, scultura e video, ma anche scrittori e poeti esprimono in maniere differenti la percezione dell'arte.

Maurizio Nannucci, ad esempio, riporta sui merli del castello con un'installazione al neon, la frase IT MUST BE ASTRACT, IT MUST BE CHANGE, IT MUST GIVE PLEASURE (deve essere astratto, deve cambiare, deve dare piacere). Una sorta di spinta a tutto ciò che è nuovo (l'astratto inteso come opera moderna?) attraverso il piacere estetico.

Jenny Holtzer con “for Bari” punta sull'idea di provocazione, proiettando tramite luce allo xenon sulla facciata del castello, una pellicola (185mm) composta da una lunga serie di frasi riferite a vari spunti della nostra cultura generale (arte, politica, etica) che invitano a ragionare con le proprie convinzioni personali, creando una sorta di incontro-scontro tra riflessione e opera. L'arte in genere è difatti un invito al pensiero in concilio o in contrasto con quello dell'artista, non assicurando però, che l'interpretazione data sia difatti quella corretta influendo così non solo sulla scelta basata sul gusto estetico, ma anche su quella di livello ideologico.

Il padre dell'happening Alan Kaprow invece, preferisce rendere l'opera maneggiabile, un'evento in eterno cambiamento, una fonte eternamente rinnovabile. Yard versione num.9 ne è la conferma. Una recinzione in rete metallica contenente pneumatici dimessi che il pubblico potrà sistemare e usare a proprio piacimento in modo che l'opera muti continuamente e che il singolo individuo non resti passivo all'opera, ma vi partecipi attivamente, rende perfettamente il concetto dell'artista.

Alfredo Pirri trasforma l'arte in metafora. Passi è un'installazione di specchi incrinati per oltre 600mq. L'uomo ha così la possibilità di camminare sul proprio io, calpestandone il narcisismo in un gioco continuo di luci riflessi e ombre. Anche qui potremmo azzardare un'idea di opera mutevole poichè osservando gli specchi da diverse angolazioni per cogliere diversi scorci del castello, o semplicemente osservandone I cambi di luci durante lo scorrere della giornata avremo risultati sempre differenti.

Maria Theresa Alves riscontra nell'arte l'unico mezzo di “vera conscenza” indagando su quelle che sono le convinzioni personali e la consapevolezza e mettendole in dubbio. Bruce Lee in the land of Balzac difatti, è una videoproiezione contraddittoria delle immagini della Valle del Giglio (amatissima appunto da Balzac), con la sovrapposizione dei suoni delle scene di combattimento di Bruce Lee, creando un'intrusione discordante che l'artista paragona alle politiche di immigrazione nei paesi ricchi.

Un'insieme di diverse opinioni, in accordo o disaccordo che siano, alcune addirittura complementari, caratterizzano “Da sopra giù nel fossato”, una mostra variegata ed intensa che potrete vivere a cervello “acceso”, che vi piaccia o meno...


VALENTINA CROCITTO

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