lunedì 29 marzo 2010

Goya e il mondo moderno

Presso Palazzo Reale a Milano: a pochi passi dallo stesso Duomo, dal 5 Marzo al 27 Giugno si svolge l’esposizione ‘Goya e il mondo moderno’.
L’intento della mostra è di proporre un parallelismo tra Francisco Goya e i pittori a lui successivi; proposta pienamente coronata dall’affiancamento alle sue opere, che aprono il percorso artistico della mostra,a dipinti di autori di epoca successiva. Celebre pittore spagnolo, nato a Fuendetodos, presso Saragozza il 30 marzo 1746 visse durante la rivoluzione francese, evento che infuenzò non poco la vita della sua terra. La mostra è suddivisa in cinque sezioni, rappresentanti di cinque temi fondamentali affrontati nei quadri esposti al loro interno: la vita di tutti i giorni, comico e grottesco, la violenza, il grido. I quattro temi ci consentono di visionare opere dal tremendo impatto emotivo, ma dalla forza espressiva innegabilmente travolgente, capace di spiazzare anche il più critico dei visitatori. La capacità di Goya di rappresentare i suoi soggetti nell’attimo in cui più la loro umanità è allo scoperto, eliminando ogni difesa superficiale, ben si collega con le rappresentazioni (propria sia del pittore spagnolo che di coloro i quali vennero dopo di lui) della guerra, ove nessuno è vittima o carnefice, vincitore o vinto. C’è solo morte e abominio. Goya del resto, oltre ad avere ispirato molti autori successivi per i temi da lui affrontati (guerra, libertà, sogno, simbolismo) è anche considerato il “padre” dell’impressionismo. Non tanto per la scala cromatica da lui utilizzata nei suoi dipinti, tendente per lo più al nero e marrone scuro. Colori che si oppongono categoricamente a quelli utilizzati dagli impressionisti, famosi per la vivacità e luminosità dei colori dei loro quadri. Piuttosto, le ragioni della diretta discendenza dell’impressionismo da Goya sono da ricercare nel tratto utilizzato dal pittore per la realizzazione dei suoi dipinti. Pennellate rapide e vibranti. Tecnica che si andrà ad utilizzare spesso nelle scuole pittoriche successive, e la deformazione della realtà per evidenziare il fulcro della rappresentazione. Interessante è anche la collezione di incisioni ad acquaforte raccolte nella mostra, realizzate dallo stesso Goya e raffiguranti sogni e immagini di guerra. Nelle sale successive, nelle quali ci si allontana temporalmente dall’opera di Goya, troviamo la stoltezza della guerra rappresentata in quadri che raffigurano immagini di donne distrutte dal dolore per la morte dei figli che tengono fra le braccia, sapiente rimando alla celeberrima pietà di Michelangelo, rielaborata per il lutto dei conflitti mondiali, o quadri che rappresentano lo sciacallo del capitalismo che si ciba dei cadaveri delle guerre mondiali per il suo sostentamento, o dipinti che raffigurano i morti nei campi di concentramento, ennesima distruzione apportata dall’uomo contro se stesso in spirito e corpo. Contro l’uomo in quanto tale. Denuncia e dolore. Cordoglio e disprezzo per i reggimi, soffocatori della libertà e della dignità di vivere.
L’ultima parte dell’esposizione ci conduce attraverso la rivisitazione da parte di artisti del calibro di Jason Pollock, di opere di Goya che contengono solo un accenno di ciò che erano all’epoca; inebriati dalle visioni dei nuovi grandi artisti dell’epoca contemporanea.
Questa mostra, estremamente estesa e copiosa, artisticamente parlando, ci mostra un Goya anticonformista e deciso a denunciare attraverso la sua arte le atrocità del conflitto e tutta l’ipocrisia pseudo-eroica che c’è dietro ad esso. Concetto ben più moderno di quanto ci si potrebbe aspettare da un pittore vissuto nel diciannovesimo secolo. La tagliante capacità di rappresentare il dolore e la rabbia contro il genocidio e le guerre mondiali mostrateci , in contemporanea, dagli altri artisti esposti, ci dimostrano ancora una volta come l’arte sia in grado di trasmettere emozione e pensiero più di mille parole, e quanta forza, sensibilità e desiderio di cambiare le cose ci sia in chi fa proprio questo magnifico linguaggio immortale.

Una mostra da non perdere.


STEFANO CARBONE


Orari mostra: Lunedì 14.30 – 19.30
Martedì, Mercoledì, Venerdì e Domenica 09.30 – 19.30
Giovedi e Sabato 9.30 – 22.30


Per informazioni:http://www.comune.milano.it/dseserver/webcity/portale/palreale.nsf/index.htm?readForm&settore=MCOI-66DHPH_HP

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