Lo scorso 2 Marzo presso l’arena palalottomatica di Roma, hanno deliziato il pubblico italiano con la loro squisita esibizione ‘live’ gli Spandau Ballet in una delle date del loro tour che tocca tre città italiane per poi proseguire in tutto il mondo. Non una semplice ‘reunion’ del gruppo, ma una vera e propria riforma di esso (come evidenzia lo stesso nome dato al tour 2010:’reformation’).La formazione è quella classica: Gary Kemp(chitarra), Martin Kemp(basso), Steve Norman (sassofono e percussioni), Tony Hadley (Voce), John Keeble (batteria), Toby Chapman( tastiera), ma la musica è tutta nuova.
Gli Spandau danno prova della loro impressionante versatilità musicale utilizzando nuovi ritmi per i loro più grandi successi. Non bisogna farsi ingannare dal loro ultimo cd: ”Once more” un ‘best of’ con un inedito che da’, appunto,titolo al loro ultimo lavoro, caratterizzato da sonorità più acustiche. L’esibizione dal vivo del gruppo è caratterizzata da un’impronta rock che dimostra tutta l’energia che le canzoni di questo gruppo, nato nei ruggenti anni 80’, riesce a trasmettere persino a tanti anni di distanza. Un’energia tutta rinnovata, moderna e per nulla acerba, ed anche per questo apprezzabile da un punto di vista tecnico. L’utilizzo di uno schermo gigante per proiettare le immagini della stessa esibizione o di vecchi video, a seconda delle esigenze, accoppiati ad una regia magistrale acuiscono l’effetto di enorme impatto comunicativo del gruppo. Ultimo, ma non ultimo, elemento vincente di questo spettacolo è di certo la coesione che il gruppo dimostra di avere sul palco, cosa che da’ a tutti i suoi membri la giusta visibilità nonostante il numero dei suoi componenti non sia esiguo.
La band formatasi nel 1976 all’epoca col nome “The cut” segue una lunga evoluzione musicale fino a diventare uno degli esponenti del nuovo genere musicale nascente verso l’inizio degli anni 80’ il “New Romanticism” caratterizzato da melodie ballabili e la predilezione per sound elettronici ma anche soul come ci dimostra l’uso costante del sax in molti dei gruppi di questo periodo. A partire dal 1980 gli Spandau Ballet (nome ispirato da un graffito che videro proprio nel quartiere berlinese di Spandau) pubblicano album le quali tack entrano da subito nelle top ten di tutta Europa acquistando un consenso tra il pubblico fino al 1989 con la pubblicazione dell’album “Heart like a sky” che non viene molto apprezzato probabilmente perché il sound tipico degli anni 80’ va via via affievolendosi per far spazio ai nuovi generi che domineranno il panorama musicale degli anni successivi.
Dopo varie vicissitudini legali e non nel marzo dello scorso anno il gruppo ha finalmente deciso di riallacciare i vecchi legami e riproporsi al grande pubblico che lo ha accolto con caldo entusiasmo in queste stesse date italiane, premiando la loro bravura innegabile di musicisti professionisti.
STEFANO CARBONE
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