sabato 20 marzo 2010

Editoriale marzo 2010

‘Non ci si può fidare di nessuno’. Frase banale e insulsa che, probabilmente più di tutte le stressanti apologie di una nazione che ama più lo scandalo che lo spettacolo in televisione, descrive appieno la realtà che abbiamo davanti agli occhi ogni minuto delle nostre esistenze. Dunque: banalità o realtà?
Anche il solo porci questa domanda dovrebbe farci riflettere in maniera più ponderata. Sarà poi il caso di affidarci completamente a qualcun altro senza remore alcune? Che fine ha fatto il vecchio motto latino “Homo faber fortunae suae” (l’uomo è artefice della propria sorte)?
Non sarà terminato il tempo in cui bisognava accasciare la propria esistenza sul groppone di qualcun altro per poter delegare a lui/lei la colpa o il premio per aver fatto fuori tutte le nostre speranze o aspettative?
Quali prospettive ci sono per il nostro futuro se non siamo noi stessi a crearle e a renderle verosimili?
Ritengo sia arrivato il momento di urlare un clamoroso ‘basta’ alle aspettative verso chicchessia perché rovesci questa situazione ‘palustre’ in cui ci troviamo.
Basta aspettarsi che la politica….anzi che alcuni politici diventino magicamente capaci di non deluderci.
Anzi direi…basta con le aspettative!
Sia chiaro. Questo non vuol essere uno scoraggiamento nei confronti delle prossime elezioni regionali, che sono sacrosanta espressione di democrazia (in quanto tali. Non in quanto a come queste vengono portate avanti), ma ritengo sia il caso di evitare di farci incantare da chicchessia.
‘Non ci si può fidare di nessuno’…..
L’importante, in effetti, non è se questa frase descriva o no la nostra epoca, ma piuttosto perché abbiamo bisogno di affidarci completamente a qualcun altro.
La nostra individualità, tanto a lungo conquistata sia in letteratura che nella nostra società, deve necessariamente essere distrutta in tal maniera?
E non è, del resto, quello che tutte le soap-fiction-trasmissioni ci confermano bombardandoci giorno dopo giorno su qualsiasi emittente della televisione pubblica?
Dobbiamo affidarci completamente. Senza freni di alcun tipo, o le nostre vite saranno piene di dolore e invidia nei confronti degli altri che invece hanno tutto questo. Non c’è altra strada o ti appoggi all’altro o non esisti.
Dobbiamo affidarci. Detto così sembra quasi un messaggio biblico. Eppure il mantenimento di gran parte della propria individualità sia emotiva che mentale (senza eccedere nella misantropia…..a volte) è forse l’unica maniera per mantenere la dignità propria e quella degli altri.
Se non altro in questi anni in cui, se ti affidi, finisci col “culo per terra” basti pensare alla situazione di tutti coloro che affidano il proprio lavoro a gente che poi non fa altro che sfruttare in cambio di una miseria, cosa estremamente diffusa fra i giovani che lavorano, basta guardarsi intorno. O a coloro che si affidano ai politici per essere semplicemente (e giustamente) legalmente rappresentati in parlamento chiedendo in cambio solo un briciolo di serietà e di dignità.
E’ proprio il caso di usare una frase (banale) tanto in voga quando si frequentavano le scuole superiori: «La ditta appoggi è fallita».

E, ahimè…..è proprio realtà!


STEFANO CARBONE

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