sabato 13 marzo 2010

'Emmaus' (Baricco), l'evanescenza di un mondo fra perdizione e salvezza.


Con il suo ottavo romanzo Alessandro Baricco si riconferma uno degli autori più innovativi e talentuosi dell’intero panorama letterario italiano e continua, nonostante le critiche aspre che talvolta gli rivolgono, a regalarci opere che sono la perfetta riproduzione di un mondo inesorabilmente intriso di poesia ma anche di incertezza.
‘Emmaus’ si sviluppa sulla storia di Luca, Bobby, Il Santo e di un anonimo narratore, quattro amici adolescenti diversi da quelli che siamo abituati a vedere oggi, ragazzi divisi tra il volontariato e la parrocchia e silenziosi spettatori di un mondo ormai teso verso la perdizione.
È proprio quest’ultimo il tema principale del romanzo: con la crescita, i valori nei quali avevano sempre creduto vanno man mano sgretolandosi in un perenne ma inaspettato confronto con l’adolescenza ‘bene’, rappresentata dalla bellissima quanto controversa Andre, che li porterà a mettere in discussione tutto ciò che sono stati finora e a prendere strade diverse da quelle che avrebbero immaginato. Ne consegue pertanto che il racconto si sviluppi in maniera discendente, partendo da una realtà consolidata e certa che crollerà poi non solo con una lentezza esasperante ma proprio nei suoi punti più solidi.
È distintamente percepibile un’atmosfera di decadenza, forse un richiamo alla visione esiodea della storia, dove lo scontro della mentalità borghese con quella operaia crea un’implosione del microcosmo abitato dai protagonisti; proprio il totale rovesciamento di questa realtà, il suo disgregarsi e l’oscuramento delle virtù sono lo specchio di un fenomeno molto più vasto, che non comprende solo loro ma l’umanità intera.
Baricco appare così intenzionato a ridare importanza al relativismo: difatti nella nostra epoca è sempre più presente la tendenza a classificare in maniera dualistica cose e persone, dimenticando le sfumature e affidandosi a certezze fatue e false per difendersi psicologicamente dall’incertezza connaturata alla vita umana. Baricco, da intellettuale qual è, rigetta evidentemente queste ipocrisie per affrontare e accettare la mutevole forma dell’esistenza.
In maniera del tutto inaspettata, abbandona inoltre quello stile barocco e filosofico sino all’estremo che sinora aveva caratterizzato la sua produzione letteraria - basti leggere Oceanomare, sua migliore opera in assoluto, o ‘Castelli di rabbia’, suo primo romanzo, per notare il cambiamento - . Ciò rende ‘Emmaus’ adatto ad un pubblico più ampio e latore di messaggi facilmente recepibili, ben lontani dall’astrattismo dei precedenti libri.
I personaggi sono estremamente sfaccettati e per tutto il romanzo si continua a scavare loro dentro, analizzandone i demoni interiori e costruendo destini posti in un instabile equilibrio fra il comico e il drammatico; il risultato di questo suo costante lavoro di introspezione è un dipinto particolarmente vivido di un’età delicata come quella di Luca e degli altri, perfetto sia nelle sue luci che nelle sue ombre.
Impossibile non riconoscere, nella deriva di quel mondo e di quei quattro ragazzi, il cammino che percorriamo noi per primi.
ALLEGRA GERMINARIO

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