giovedì 11 marzo 2010

Codice Genesi


CODICE GENESI (The book of Eli, USA 2010) di Albert ed Allen Hughes con Denzel Washington, Gary Oldman, Mila Kunis, Ray Stevenson, Jennifer Beals, Malcom McDowell AZIONE – Hollywood è sempre stata interessata a raccontare storie futuristiche su un possibile cupo futuro nato dagli errori dell’uomo:
se negli anni ’80 titolo più importante del genere fu il “Terminator” di James Cameron (oggi impegnato in simili fronti con “Avatar”) insieme alla trilogia di “Mad Max”, negli anni Duemila si è giunti alla piaga zombie della saga di “Resident Evil”, alla commedia-horror “Zombieland” e ai mutanti combattuti da Will Smith in “Io sono leggenda”. Su questo filone continua “Codice Genesi” che, agli scenari desertici del terzo capitolo della saga con Milla Jovovich, unisce il classico personaggio dell’eroe solitario che però, a differenza di quello interpretato da Will Smith, si trova a vivere in un mondo ancora abitato, seppur spopolato.
Eli (Denzel Washington) è un combattente solitario che viaggia da 30 anni verso una meta -l’ovest- per compiere una missione: custodisce infatti un libro che contribuirà alla rinascita dell’umanità che molti anni addietro era stata decimata dalle conseguenze di un conflitto che aveva provocato danni anche all’ecosistema. Si troverà presto a fare i conti con Carnegie (Gary Oldman “Dracula di Bram Stoker”), avido e crudele governatore di un piccolo centro abitato, che cerca da tempo un libro che gli è stato detto potrà domare gli animi e accrescere quindi la sua influenza sulle genti e di conseguenza il suo potere. Il despota cercherà dunque, non appena venuto a conoscenza del segreto di Eli, di rubargli il libro che crede essere quello da lui bramato: l’uomo troverà però un’alleata inaspettata nella figlia della donna (Jennifer Beals) del suo antagonista, la bella Solara (Mila Kunis già vista nel brutto “Max Payne”, qui molto Angelina Jolie/Lara Croft).
Il primo film dei fratelli Hughes, dopo il bel “From hell” con Johnny Depp (da noi ribattezzato “La vera storia di Jack lo Squartatore”) datato 2001, presenta una trama interessante seppur ricca di stereotipi (l’eroe solitario, il cattivo monodimensionale, la bella di turno) e la scelta coraggiosa e insolita di virare le immagini al color sabbia, ma delude totalmente nell’insieme. Tutto scorre senza sussulti davanti agli occhi dello spettatore: le poche scene d’azione si risolvono perlopiù nei soliti conflitti a fuoco ed esplosioni già viste e in combattimenti corpo a corpo troppo rapidi per apprezzarne le coreografie (si veda “Ultraviolet” sul tema belle coreografie di combattimento), il protagonista Eli non è diverso -salvo un particolare colpo di scena finale che non risolleva certo l’opera- da tanti altri eroi solitari e silenziosi già visti in molti altri film e Gary Oldman, attore purtroppo valente ma sottoutilizzato e qui una spanna sopra lo statico Washington, fa del suo meglio con il suo Carnegie senza poter influire sullo scarso e a tratti soporifero risultato finale del film.

Voto: 5/10

CLIZIA GERMINARIO


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