domenica 24 ottobre 2010

“Come around sundown”; il ritorno dei KoL.


Reduci dal loro ultimo album; che li ha consacrati come una delle band americane fra le più apprezzate in Europa; i Kings of Leon non deludono il loro sempre più vasto pubblico con il loro ultimo LP, nei negozi a partire dal 19 ottobre. “Come around sundown”, è un nuovo inizio, per il quartetto di Nashville, che si inoltrano in sonorità sin’ora solo accennate, e che spaziano dal rock al country. L’influenza di band come gli U2, è chiaramente riscontrabile nel sound generale del disco; in particolare in canzoni come “Pickup Truck” o la coinvolgente “The end”, posta quasi ironicamente come traccia iniziale. Una partenza decisamente accattivante all’ascolto, che si snoda in un percorso musicale che ripercorre uno dei must della band; divisa da sempre fra rock e country/folk, che in questo lavoro vengono alla luce in pezzi come “Backdown south”; nella quale veniamo catapultati nelle atmosfere evocate dallo stesso titolo della canzone; anche grazie all’ausilio della chitarra di Matthew Followill. Un album più ponderato; musicalmente parlando, ben lontano dalle tematiche e dal sound stesso di “Only by the night”; progetto che da due anni a questa parte portava i tre fratelli Followill (Caleb, voce; Jared,basso; Nathan, batteria) e il cugino Matthew, in giro per il mondo e che gli ha conferito fama presso il pubblico di tutta Europa (in special misura in Inghilterra). Con questo ultimo lavoro, dunque i KoL, ritrovano le loro radici, esplorando stili distanti seppur ben amalgamati con i loro precedenti album; elaborando una nuova capacità di sintesi che conferisce al sound una forza non indifferente.

STEFANO CARBONE.

Buon Compleanno Charlie Brown!!!(Speciale 60 anni Peanuts).


Vicini al cuore di tutti, i Peanuts non dimostrano assolutamente la loro età. Eppure il 2 ottobre del 1950 (ben sessant’anni fa’), apparvero le prime strisce degli immortali fumetti, disegnati dal celeberrimo Charles M. Shulz, su quattro testate giornalistiche americane. Ci sono voluti tredici anni perché anche in Italia, qualcuno s’interessasse a questo fumetto che; più che una forma d’intrattenimento era un vero e proprio fenomeno sociale. Umberto Eco per primo se ne accorse, affermando che Shulz era un vero poeta; capace di mettere in scena la vita umana, con personaggi universali. Le avventure Charlie Brown, Linus, Snoopy, Woodstock, Lucy, Piperita Patty, Schroeder, e tutti gli altri; sono, in effetti, simbolo delle dinamiche sociali di quei come dei nostri tempi. Ognuno gioca un ruolo preciso; chi del filosofo in erba, chi dell’intellettuale che vive solo per la sua musica; tutti però, caratterizzati da una semplicità in grado di spiazzare il lettore alla fine di ogni storia. Una manciata di vignette che analizzano dubbi, domande, nevrosi e paure, che appartengono a tutti noi; e come tali spesso non hanno altra risposta che la semplice presa di coscienza del problema più che della soluzione. Un fumetto con sfumature psicologiche, che ci riporta ad un’età considerata universalmente la migliore, ma che agli occhi di Charlie Brown e co. si rivela come piena di dubbi, ma anche di semplicità ed allegria. Un mondo, quello disegnato da Shulz, in cui i grandi non hanno posto; infatti non vedrete mai i genitori di Charlie Brown o la sua maestra. Saranno solo i Peanuts i piccoli interpreti e narratori delle storie; che non altro altro significato che la loro serena capacità di incantare attraverso la narrazione di contenuti riflessivi e non, in modo limpido e vivace; dando vita alle più celebri figure del panorama fumettistico mondiale; e a gag entrate nella storia del pensiero collettivo; come il barone rosso, interpretato dal cagnolino Snoopy, o i continui tentativi di Charlie Brown di colpire la palla tenuta ferma da Lucy.

Molte sono state le iniziative che ricordano l’anniversario della nascita delle vignette americane; in Italia la rivista “Linus” (che prende nome, appunto da un personaggio dei Peanuts) ha pubblicato in allegato al volume di questo mese, un inserto con alcune fra le strisce più celebri della storia del fumetto di Shulz; che permane, oggi come sessant’anni fa, il più attuale fra i fumetti americani tutt’ora esistenti.

STEFANO CARBONE

Frammenti. Un’altra Marylin Monroe.


Marylin; un mito, un mistero. La donna che fece innamorare di sé un’intera generazione di americani (presidente compreso) ritorna a cinquant’anni di distanza dalla sua tragica e sospettosa morte, in un libro scritto interamente da lei. Fra lettere, scritti, appunti e poesie, scopriamo una Marylin nuova e straordinaria. Per tutti, simbolo della donna vanitosa e spensierata, la Monroe si dipinge (ogni parola è stata scritta di suo pugno) con una naturalezza ed un’abilità che lasciano del tutto disarmati di fronte all’incredibile fragilità emotiva che fa da sfondo alla sua storia personale. Emerge una donna terrorizzata dall’idea di impazzire a causa della stessa malattia che aveva distrutto le menti della madre e della nonna, e convinta dell’impossibilità di riuscire ad amare veramente un altro essere umano. I “Frammenti”, ci consentono di scoprire anche una innata capacità di narrazione che Marilyn dimostra ampiamente nella descrizione della sua degenza in una clinica psichiatrica, nella quale osserverà la straziante situazione delle donne in questo triste luogo. Solare e cupa, superficiale ma profonda, la Monroe vive una dualità che non le ha impedito di raggiungere una notorietà che ha sfidato il tempo, e che trova nuova conferma nel successo di questo prezioso volume pubblicato da Feltrinelli grazie agli appunti lasciati alla morte dell’attrice a Lee Strasberg; confidente e amico della donna. Un’occasione unica per conoscere una nuova Marylin. Una ricerca introspettiva che non fa altro che rafforzare l’immagine di una donna che è da sempre irraggiungibile mito per tutto il pianeta.

STEFANO CARBONE.

Basta con le leggi personali.(Editoriale ottobre 2010)

La democrazia esiste davvero nel nostro paese? La domanda, (ahinoi!) ci sorge spontanea, considerando gli eventi di questo tremendo mese autunnale. Chiaramente non possiamo che riferirci al Lodo Alfano (se pensavate che avremmo parlato dell’omicidio di Sarah Scazzi vi sbagliavate di grosso; non accettiamo il modo in cui viene trattata la notizia, ormai semplice notizia simil-gossip per le trasmissioni più tragiche del nostro panorama televisivo), di recente approvata in Commissione Affari costituzionali del Senato; che consentirebbe alle più alte cariche del nostro stato( Presidente della Repubblica e DEL CONSIGLIO) di non essere processate durante il loro mandato. Fortunatamente, non più che due giorni fa, il nostro presidente della Repubblica si è reso conto che una norma del genere non può che essere incostituzionale; dato che il parlamento deciderebbe con votazione a maggioranza semplice su una legge che avrebbe grosse ripercussioni legali nei suoi riguardi (nota non marginale; si spera anche che la legge sia uguale per tutti). In effetti ci risulta difficile capire come mai, se il nostro presidente del consiglio dovesse compiere(il periodo ipotetico è potenzialmente inutile in questa frase…) una frode o peggio, possa tranquillamente evitare ogni responsabilità legale in merito. Il fatto che, inoltre, questo nuovo provvedimento sia retroattivo; ovvero valga anche per i processi in cui i presidenti erano coinvolti prima della nomina, non può che far riflettere. Ma è davvero possibile che nessuno si accorga di ciò che si vuol realizzare con questa legge? Evidentemente QUALCUNO pensa di essere talmente superiore rispetto ai sui elettori, da avere diritto all’immunità legislativa. Non c’è che dire, un idea niente male. Degna di un monarca. La nostra speranza non può che ricadere sul PD, in corsa per ‘far le barricate’(Bersani) in parlamento e il referendum, che si spera abbia il potere di fermare l’avanzata, che pare inarrestabile, di CHIUNQUE abbia avuto la geniale idea di creare un provvedimento del genere.

Di certo, non è solo questo il punto all’ordine del mese. Difatti, mentre al governo tutto si fa, tranne che lavorare per il paese, la Campania vive giorni difficili a causa dell’ennesima emergenza rifiuti ancora irrisolta. Al momento, la situazione è in stallo; a causa della decisione sancita dall’accordo quasi stipulato fra Bertolaso (capo della protezione civile) e i sindaci dei quattro comuni campani coinvolti nell’emergenza. L’accordo prevede l’apertura di una nuova discarica nel Parco Nazionale del Vesuvio (decisione alquanto criticabile a nostro dire…), e la bonifica di Cava Sari, discarica già in uso nel Parco Nazionale, dalla quale provengono miasmi che hanno creato non pochi problemi alla popolazione locale (causa dei recenti tumulti). Decisamente, la situazione non è delle migliori, ed è difficile non dar ragione alle persone che, avendo già avuto prova della difficoltà per la convivenza forzata con una discarica, teme unicamente ulteriore disagio con l’apertura di un’altra, senza effettuare i dovuti accertamenti, e senza la ricerca di un sito migliore per una struttura del genere; in modo tale da non deturpare l’ambiente già sufficientemente messo a rischio dalla prima discarica.

La questione permane la stessa. L’ingente presenza di rifiuti non fa che creare problemi su problemi; probabilmente, stiamo lentamente arrivando al famoso limite decantato da tutti gli ecologisti della storia, oltre il quale, forse, ci accorgeremo che un provvedimento per lo smaltimento responsabile e la creazione di impianti per tale motivo, unito ad un affievolimento del desiderio di consumo, potrà prevenire queste situazioni di crisi; in modo tale che non sia più necessario risolverle in futuro. Speriamo solo che quando ce ne renderemo davvero conto non sia troppo tardi per agire in favore di questa causa, che richiede un elemento comune alla prevenzione di qualunque problema (politico, etico, legislativo): il rispetto.

STEFANO CARBONE.

sabato 9 ottobre 2010

Quiche Lorraine

- 200 gr di pancetta affumicata
- 70 gr di emmental grattugiato

- 50 gr di parmigiano grattugiato

- 300 ml di panna per cucina

- sale q.b.

- pepe q.b.

- noce moscata q.b.

-4 uova (1 intero e 3 tuorli)

- pasta brisee


Cuocere "in bianco" la pasta e mettervi poi sul fondo la pancetta rosolata in padella che andrà poi ricoperta di formaggi. Su questo andrà versato un composto di uova, sale, panna, noce moscata e pepe. Cuocere in forno per 20 minuti a 180°.
CLIZIA GERMINARIO

martedì 28 settembre 2010

Private Kill

Nel panorama emergente del metal italiano, l’attenzione del grande pubblico si è soffermata, negli ultimi due anni, su un gruppo proveniente dalla città di Bari; i “Private kill”.I quattro componenti della band; in arte: Rachal(vocalist), Skid (chitarrista),Dani (bassista) e Juan Pablo ( batterista); danno ampio spazio, nella loro produzione musicale, a generi di tipo diverso: dallo scremo, al metal, passando anche per il gotic; cosa che consente, grazie anche ai testi delle canzoni, un valente connubio con sonorità che infondono ai brani un’originalità evidente anche ai non avvezzi all’ascolto. Impossibile non paragonarli ai Linkin Park, con i quali condividono anche un’inclinazione per un’acustica elettronica e le atmosfere vagamente cupe. Certamente il suono assume una sfumatura più dura e secca nel primo lavoro del gruppo; ”No fear”, risalente al 2008, anno di formazione della band, rispetto alle tonalità pezzi del secondo cd, dal titolo “The tales of twilight”, del quale palesa prontamente la componente psicologica ed emotiva, calcata anche grazie a brani come “Twilight”. Tutti i testi, sono chiaramente legati alle melodie, cosa che conferisce un maggiore impatto e da’ uno slancio non indifferente; donando la possibilità all’ascoltatore di indagare i lati più introspettivi della band, che tuttavia riesce a non tradire la loro natura prima: il nu metal. Indubbio il coraggio del gruppo, di utilizzare maschere (cosa che gli avvicina “graficamente” agli Slipknot) per dare un’impronta caratteristica alla loro immagine, come sinonimo di rinuncia alla propria immagine per prediligere la comunicazione musicale. Di certo qualcosa che va’ contro le leggi che mai come in questi anni caratterizzano il mercato musicale attuale ( che prediligono l’immagine rispetto ai vergognosi contenuti, il gossip rispetto alla musica); interessante anche la scelta del nome della band, che rimanda ad un tipo di spettacolo particolarmente violento; il “Private kill”, appunto, uno spettacolo nel quale due uomini si massacrano a vicenda; di certo un termine indicativo per riassumere la musica creata da questa band, che senza dubbio possiede un sound particolarmente innovativo ed energico.

STEFANO CARBONE.

lunedì 27 settembre 2010

“Brecht e Galilei” a Massafra.

Un’iniziativa di profonda riflessione teatrale e sociale, quella ospitata dal teatro comunale di Massafra nei giorni 27,28,29 settembre; volta a diffondere lo spirito della ricerca scientifica, attraverso la riscrittura, che i partecipanti potranno apportare, all’opera di Bertolt Brecht: “Vita di Galileo”. La vicenda narrata sembra rispecchiare perfettamente l’attuale situazione della ricerca italiana (oltre che quella della cultura in tutte le sue manifestazioni). Certo, a differenza di Galileo Galilei; la qual vita viene ripercorsa da Brecht ponendo accento sul processo per eresia nel quale fu coinvolto dalle autorità ecclesiastiche in seguito all’elaborazione delle sue teorie in merito al sistema solare, oggi non abbiamo l’inquisizione che vieti ricerche in determinate direzioni, ma è pur vero che la crescente privatizzazione della quale quest’ambito è impregnata, rischia di portare limiti inossidabili nei confronti della ricerca, che si estinguerebbe nella sua dimensione pubblica.
Il laboratorio (gratuito), incentrato sul testo di Brecht, si svolgerà dal 27 al 28 dalle 15:00 del pomeriggio presso il teatro comunale di Massafra. Il 29 ci sarà una prova aperta al pubblico sempre alle 15:00 e, successivamente un riassunto ed un approfondimento dei lavori elaborati al suo interno. L’iniziativa, è stata realizzata grazie al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale; un progetto affidato alla regione Puglia e al suo teatro pubblico.
Un’occasione per riflettere su un testo teatrale di indubbio spessore e per riflettere sulle effettive ripercussioni della nostra politica sulla libertà e legata alla ricerca.

Presso il teatro comunale di Massafra.
27,28 settembre: Laboratorio (dalle 15:00)
29 settembre: Prova aperta al pubblico(dalle 15:00) Relazione e approfondimento tematiche del laboratorio (dalle 19:00).

STEFANO CARBONE.

domenica 26 settembre 2010

Skunk Anansie, Wonderlustre.


Un disco graffiante e ammaliante quello che segna il rientro effettivo sulla scena musical degli Skunk Anansie, band inglese capitanata da Skin, che dopo il greatest hits e qualche inedito, riportano le loro sonorità sulla vecchia e consolidata impronta rock che li contraddistingueva negli anni 90’, senza risparmiarsi qualche ballata più lenta ma non per questo meno incisiva. Fra i tanti elementi che ritornano, sicuramente un’inclinazione che accenna al dark; che rinasce con canzoni come “Feeling the ich”; brano che si amalgama perfettamente all’atmosfera dell’album, connubio perfetto fra rock e sonorità più lente, che rivelano senza dubbio un percorso introspettivo ben visibile all’interno del cd. Impregnato di questa atmosfera romantica è senz’altro “You saved me”, dal testo struggente e meno aggressivo, che porta l’inconfondibile impronta di Skin che il mondo musicale ha avuto modo di recepire perfettamente grazie a hits da lei lanciate durante il suo periodo solista; quali “Trashed”. Riuscita è anche la scelta di utilizzare “My uggly boy” come primo estratto da questo disco, senza dubbio per l’energia che riesce a trapelare dal testo e dall’esecuzione musicale. Ancora una volta gli Skunk Anansie riescono a coinvolgere il loro pubblico grazie alla loro inimitabile forza ed energia, senza scontentare anche gli amanti della musica pop. Un magnifico sposalizio che evidenzia la loro maturazione, che siamo certi, porterà ancora non poche novità.

STEFANO CARBONE.


Fine terra, Benjamin a Portbou.


Vissuto durante gli anni più cupi della storia contemporanea europea, Walter Benjamin; filosofo tedesco, si avvicinò negli anni 30’ alla “Scuola di Francoforte” (composta da sociologi e filosofi di stampo neomarxista) dalla quale, però rimase sempre distante sia per adesione che per pensiero filosofico. Pietra angolare per chiunque studi la sociologia, egli riuscì attraverso i suoi scritti ad esplicare appieno le dinamiche di alienazione dell’uomo moderno dell’800’ ; attraverso l’analisi della poesia Baudeleriana e delle dinamiche dei romanzi dell’epoca. Ma i suoi meriti certo non si fermano solo a questo. Difficile sarebbe elencarli tutti. Attraverso documenti e testimonianze, Kornad Sheurmann ricostruisce, attraverso un’indagine, gli ultimi giorni dello studioso tedesco; che fu costretto, insieme a molti altri intellettuali ebrei, a fuggire da una Germania ubriaca di odio e violenza iniqua, prima verso Parigi; per poi cominciare un viaggio che avrebbe dovuto condurlo in America. Purtroppo alcuni problemi legati ai documenti, costrinsero Benjamin e coloro che insieme a lui volevano fuggire da un’Europa che li rifiutava, a passare una notte presso il paese di Portbou, in Spagna; ove si suicidò. La morte, avvenuta in circostanze sospette, è divenuta nel corso del tempo un richiamo per gli studiosi di tutto il mondo; difatti il corpo del filosofo non fu mai ritrovato, così come manoscritto al quale sembrava tenere più che alla sua stessa vita; inoltre fu sepolto nel cimitero cristiano del paese per un malinteso (si pensò che il suo cognome fosse Walter). Questo insieme alle testimonianze di amici che con lui viaggiarono (Luisa Fittko) rende il libro, pubblicato da ‘Ombre corte’, un interessante spunto per analizzare una delle figure più straordinarie del secolo scorso ancora oggi oggetto di culto per i suoi scritti rivelatori di un’epoca.

STEFANO CARBONE.

Editoriale Settembre 2010.

Mentre le calde giornate sono ormai un vago ricordo; di tutt’altra temperatura è il clima delle maggioranze e non ai vertici del nostro sistema governativo. Fratture e tumefazioni s’istaurano e affiorano grazie e con l’ausilio dei media, che d’altro ormai non s’occupano se non dell’uragano che man mano dissipa le ultime unioni o pseudo tali che ormai da anni intasano le vie respiratorie parlamentari.

Ma non siamo qui, oggi, per parlare di questo. In tutta onestà i vari giri di valzer dei nostri rappresentanti ci danno più che grattacapi, irresistibile desiderio di nasconderci sotto terra per la vergogna. Ovunque si scopre la loro (e, ahinoi! anche nostra) incapacità di adeguarci alla legalità. Se non altro per non coinvolgerci tutti in una reazione a catena economico-sociale che comporterà la rivolta del nostro governo (c’è forse una soluzione alternativa?Accettiamo suggerimenti in merito); bensì questo mese abbiamo deliberatamente scelto di occuparci di un argomento passato pressocchè inosservato a causa del bailamme ‘ai piani alti’. Chiaramente ci riferiamo alla Direttiva Europea passata l’otto c. m., che ha come oggetto la vivisezione a scopo di ricerca.

Ben conosciamo, la stragrande maggioranza delle opinioni in merito; per molti approvare una direttiva che consenta la sperimentazione di farmaci o simili sugli animali, non può che essere un passo in avanti per il progresso scientifico; tuttavia altri ritengono che sia atto mostruoso, e concediamo a questa opinione, poiché coincide con la nostra(qui il buonismo è bandito!) la precedenza nel ritenerla la più logicamente giustificata. Del resto non è un mistero che gli esperimenti di sorta sugli animali (tossicologici, farmaceutici ecc.) non hanno rilevanza per quanto concerne l’uomo visto che apparteniamo ad una specie diversa, e che questi test servono alle industrie farmaceutiche e non, unicamente per dare la possibilità ai loro prodotti di essere messi in circolazione, con l’approvazione adeguata, per poi delegare agli stessi test la responsabilità, in caso di reazioni allergiche o peggio nei soggetti umani, poiché, appunto, la sperimentazione non è stata effettuata su esseri umani; quindi i risultati non vanno considerati sicuri al 100%. Un po’ come se testassimo una crema solare su un pesce….ci risulta difficile l’effettiva validità di un test del genere. Altra è certamente la questione morale legata alla vivisezione, sollevata nel corso della storia dell’umanità da uomini eccelsi quali Leonardo Da Vinci, Immanuel Kant, Mahatma Gandhi; tutti a sfavore di una pratica del genere, segno di mancanza di civiltà e sinonimo di inumanità. Non ci dilungheremo sul fatto che essendo loro, uomini di elevata virtù conoscitiva, forse sarebbe il caso di seguire le loro direttive, se non alla lettera, per lo meno per i principi generali…visto che in questo paese tutto si fa tranne che agire secondo logica…veniamo per amor di cronaca, al semplice punto all’ordine del mese.

La direttiva in questione (86/609) concede, a livello europeo, alcune libertà nei confronti della sperimentazione sugli animali. Innanzitutto la possibilità di poter ricorrere, anche in deroga, a cani e gatti randagi per i test, è consentito, inoltre, l’uso di specie in via di estinzione (in primis i primati) e l’effettuazione dei test senza l’utilizzo di anestesia e la possibilità di indurre il decesso tramite immissione di anidride carbonica nei polmoni(metodo tutt’altro che umanitario vista la sofferenza che provoca nell’animale). Con un testo del genere, questa direttiva non può che far gelare il sangue nelle vene, forse anche a causa della nostra assurda immaginazione che ci porta a pensare che prendere un cane dalla strada e sbatterlo in una gabbia per testare sulla sua pelle o altro un prodotto è al limite della deportazione! Ma sarà poi una cosa così distante dalla realtà? Non sarà mica che abituandoci a situazioni di tal orrore non si diventi più inclini a deportare un giorno (benché sia una realtà in voga in molti paesi del mondo e lo sia stata anche in passato in Europa) anche le persone? La cosa potrebbe anche non essere minimamente collegata, ma ci atteniamo al beneficio del dubbio visto che ci risulta difficile pensare che qualcuno che non ha cuore di sgozzare un cane lo abbia poi di farlo con una persona; con le dovute eccezioni, certamente. Ma a prescindere da questo non ci sembra davvero il caso di costruire il benessere sanitario, commerciale, industriale, o quello che sia, sulle spalle delle sofferenze di altri esseri viventi. Perché, benché non ci si pensi a sufficienza, o si nasconda la cosa in laboratori sperduti chissà dove, gli animali sui quali avvengono questi esperimenti soffrono. A prescindere che siano o no in via di estinzione (cosa che per noi non fa differenza), e la sola idea di dover nascondere un orrore del genere alla stampa o a chi desidera informarsi, ad esempio se una casa di prodotti farmaceutici testa o no i suoi prodotti sugli animali (cosa che avviene, purtroppo per deroga presso altri stabilimenti esterni alla casa in questione), di certo ci puzza di frode se non di omissione della verità per costruire un impero sulle spalle altrui. Di certo un decreto simile non avrà vita facile in Italia, dove è abolita la sperimentazione sui cani e sui gatti dal 1991; quindi si dovrà fare i conti con la nostra legislatura che (per una volta) ha saputo anticipare i tempi e speriamo così permanga in attesa di migliorarsi sempre di più, anche per evitare di adeguarsi ad assurde direttive approvate da incompetenti(i nostri rappresentanti in primis) che demandano responsabilità ad altri (così come molti hanno fatto di fronte alla stampa) per non ammettere le loro mancanze, chiaramente di natura neurologica. Niente di nuovo insomma.

STEFANO CARBONE.

venerdì 17 settembre 2010

Tista: la dea della morte

Prima opera del mangaka Tatsuya Endo, già autore di brevi storie su alcuni magazine giapponesi,
Tista è un appassionante thriller shonen, ambientato sorprendentemente a New York.
La criminalità organizzata della città è scossa da alcuni omicidi operati a suo discapito: l'autrice di questi è Sister Militia, abile serial killer al soldo della Chiesa che vuol fare piazza pulita del “male”.
Nessuno immaginerebbe che la sua vera identità è quella di una timida e impacciata studentessa universitaria che sogna di diventare una maestra delle elementari: Tista Lone.
Il suo passato è drammatico e in alcuni tratti misterioso: orfana in un istituto cattolico, lo stesso per cui “lavora”, viene in seguito affidata ad un prete, suo predecessore, nonché insegnante dell'arte omicida; il loro rapporto resta ancora da chiarire ma è lui che le ha trasmesso un particolare potere che le fa diventare gli occhi dei veri e propri mirini di precisione grazie ai quali non sbaglia un colpo.
Fin'ora implacabile nella sua missione, il suo “io” viene sconvolto da Arty, un artista pieno di vita e suo coetaneo. Questi dimostra di coltivare determinatamente sogni e speranze senza arrendersi nonostante un destino avverso. Tista ne resta affascinata e sconvolta: ciò si ripercuote negativamente nelle sue missioni, esponendola sempre di più alle indagini della polizia che le sta col fiato sul collo. I dubbi in lei aumentano e i ricordi del suo oscuro passato la opprimono.
Stilisticamente interessante, il tratto è semplice e veloce e conferisce freschezza nell'essere reso
come sketch. Affascinante l'uso ripetuto di una prospettiva esasperata che marca il character dei
personaggi e aumenta il senso claustrofobico di ossessione nelle scene psicologiche e drammatiche.
Interessante anche nelle ambientazioni newyorchesi e nelle tematiche criminali.
Un po' scarso nella fluidità del racconto che procede stancamente e incespica ai cambi di scena.
E' un manga nel complesso avvincente anche se distaccato dai filoni più seguiti del momento e
l'autore è capace senz'altro di sorprendere.
In Italia è edito dalla Planet Manga a 3,90 euro.


A. S.

giovedì 16 settembre 2010

Andy Warhol, il mito pop.


Dall’11 al 19 settembre, la Fiera del Levante di Bari ospiterà una mostra dedicata ad Andy Warhol presso il padiglione della Provincia di Bari. L’esposizione, fornisce un chiaro esempio della più celebre e diffusa produzione pittorica e fotografica di Warhol. Opere come “Big eletric chair”, ci riportano al periodo fra il 62’ e il 67’; nel quale, fulcro dei suoi dipinti, divenne la morte; accidentale, violenta, ma anche quella promossa dalla giustizia dell’ America, terra che egli tanto amava e che ben si connota nella sua produzione artistica tramite l’ausilio di simboli mediatici(Merilyn Monroe, le lattine della Coca Cola) da lui dipinti con freddezza; come se la sua produzione fosse opera non di un uomo, ma di una macchina. Da qui l’idea delle serigrafie (esposte in questa mostra, appartenenti ad un collezionista romano), cosa che consentiva ad un dipinto di essere riprodotto in serie; ma grazie alle tecniche di riproduzione utilizzate, in effetti, due opere non erano mai perfettamente identiche; quasi a voler creare un contrasto fra l’intento e l’opera realizzata. Di grande rilievo, la presenza, nella mostra barese, di parte delle fotografie fatte a Mick Jagger, leder dei Rolling Stones; contenute in una cartella dall’importanza celeberrima; testimonianza del decennio 70’-80’, nel quale Warhol si occupò principalmente di ritratti di personalità del suo tempo. Un altro elemento sul quale non ci si può non soffermare è la celebre riproduzione della scatola di zuppa Champbell, ricostruita fedelmente dall’artista di adozione newyorkese. Un’opera diventata sinonimo nell’immaginario collettivo, della pop art; che portò Warhol alla sua suprema celebrazione nel mondo artistico. Anche il modus di allestimento della mostra non può che far riflettere. Le opere, disposte come in un magazzino, (sculture e non) affiancate ai muri, ricalcano lo stesso schema che sempre utilizzava Warhol nelle sue esposizioni, convinto che la sua arte dovesse servire a riempire spazi; richiamo immediato al consumismo della sua (e nostra) epoca; che ci induce al semplice acquisto di un oggetto con il solo scopo di buttarlo dopo averlo utilizzato. E’ questa mancanza di poesia che caratterizza perfettamente l’arte di Warhol. Non c’è nulla aldilà del quadro. Nessun messaggio nascosto. Come egli stesso amava definirsi; è come appare. Messaggio chiaramente e abilmente centrato in questa mostra, che si rivela un ulteriore mezzo per apprezzare le creazioni di questo superbo artista.

STEFANO CARBONE.

venerdì 3 settembre 2010

Shachi dell’orizzonte marino

La ‘Ronin Manga’, dipendente dalla celebre casa editrice bolognese ‘Edizioni Kappa’, presenta questo mese “Shachi dell’orizzonte marino”; fumetto ideato come volume unico da Kazuki Harumoto, che ha debuttato in Giappone con questa entusiasmante avventura ambientata fra isole e profondità marine. Shachi, cresciuto su un’isola dal nonno, ha nel cuore un sogno: incontrare le sirene; le stesse creature che popolavano i racconti del padre, considerato da tutti solo un sognatore. Il nonno di Shachi, però, non sopporta neppure sentire nominare gli straordinari animali mitologici che il ragazzo cerca in tutte le grotte che circondano l’atollo ove dimora. L’arrivo improvviso di alcuni pirati, getterà una luce sul passato del giovane; che comincerà un viaggio ricco di avventure e incontri inattesi, che ci porterà alla scoperta del mare e del grande legame che Shachi ha con esso. Un manga dai disegni limpidi e caratterizzato da una dinamicità nella delineazione dei movimenti accentuata dalla colorazione effettuata con l’ausilio dei retini. Particolarmente indicato per i fan di “One Piece”,”Il mistero della pietra azzurra” o ”Conan, il ragazzo del futuro”.

STEFANO CARBONE

domenica 29 agosto 2010

Speciale Litfiba.


E’difficile concentrare in un solo articolo tutto il lavoro svolto dai Litfiba nel corso degli ultimi trent’anni. Di certo questa incredibile band ha segnato una svolta nella storia del rock italiano. Nascono nel 1980 a Firenze; il loro nome ne è testimonianza, poiché è composto da LIT(Italia) FI(Firenze) BA(Via de Bardi); il luogo dove sono nati. Nello stesso anno cominciano un tour che li porterà in tutta Italia. Nell’82’ vincono il Festival Rock Italiano di Bologna; negli anni successivi pubblicano il loro primo LP (“Guerra”) e “L’Eneide”, colonna sonora di uno spettacolo teatrale rappresentato anche al MoMA di New York. Nell’83’partono per il primo tour internazionale che li porterà al successo in Francia. Nell’85 esce “Desaparecido”, primo album dedicato alle vittime del potere. I tour degli anni successivi si svolgeranno in tutta Europa ed anche in Russia. Nell’89’ esce “Pirata”, disco che raggiunse un ampio successo. Nel 90’ inaugurano la tetralogia degli elementi con il cd ”El diablo”. Alla fine di essa, nel 99’ con l’album “Infinito”, che chiude la tetralogia di elementi con un quinto:il tempo, i Litfiba scelgono, dopo svariate separazioni e cambiamenti della loro formazione originaria, di separarsi e proseguire per percorsi artistici personali. Per lo meno ciò avviene per Piero Pelù e Federico Renzulli (in arte “Ghigo”), che sceglie comunque di mantenere il nome Litfiba provando varie formazioni. Nel 2009 i due si riuniscono nuovamente sotto il nome della vecchia band con grande gioia del pubblico, entusiasta di poter riabbracciare due veterani del rock di tal portata; a giugno del 2010 esce il cd “Stato libero”, con due inediti (“Sole nero” e ”Barcollo”) e vari brani live, accompagnato da un lungo tour che ha visto triplicarsi le date di apparizione per la massiccia richiesta di biglietti da parte dei vecchi e nuovi fan, italiani e non, che hanno potuto godere delle esibizioni dei Litfiba per tutta questa lunga estate. Sicuramente il sound di questo gruppo ha subìto trasformazioni non indifferenti; dal rock al punk, dal bluse allo psichedelico dal rock latino all’elettronico; ce n’è per tutti i gusti. In effetti i Litfiba sono particolarmente apprezzati dal pubblico soprattutto per la loro capacità di spaziare da un genere all’altro senza mai perdere di credibilità; anzi dimostrando che dei veri musicisti sanno interpretare ogni genere con passione e professionalità, elementi che possono scaturire solo dall’esperienza, che certo non manca a questi titani del rock; cosa che ci ha portato a definirli i dominatori indiscussi dei palchi di questa estate. A dispetto dei pietosi motivetti orecchiabili che affollano le radio, che speriamo vivamente svaniscano insieme al caldo estivo per non ritornare mai più; lasciando solo ciò che davvero conta. La Musica con la “M” maiuscola.

STEFANO CARBONE.

Sito ufficiale:www.litfiba.net/


Caravaggio? L'enigma dei due S.Francesco.


All’interno dell’antica chiesa di S.Francesco della Scarpa di Lecce, con il patrocinio del Ministero dell’interno e della Provincia di Lecce, si svolge una mostra molto particolare su un dipinto; anzi due, attribuiti al celeberrimo pittore Michelangelo Merisi; in arte Caravaggio. Ritroviamo, infatti, due quadri pressoché identici, eccetto per qualche dettaglio riguardo all’illuminazione della figura, entrambi attribuiti al pittore milanese. Tuttavia ancor oggi, a 400 anni dalla morte dell’ideatore del/i quadro/i, gli studiosi non concordano sull’effettiva paternità dell’opera. La mostra, vuol dunque dare l’occasione al grande pubblico di poter essere reso partecipe, riguardo a questo mistero ancora da svelare; dando la possibilità anche ai non addetti ai lavori di conoscere gli indizi che ci hanno portato a ritenere entrambi i quadri opera del Merisi, o gli elementi che possono sviarci da questa ipotesi. Interessante è anche la possibilità di partecipare attivamente ad un'altra attività che consente la conservazione della maggior parte dei beni culturali della nostra nazione e non solo: il restauro. Sarà possibile, infatti, assistere alle operazioni di restauro di tre quadri antichi, grazie alla collaborazione di esperti che opereranno sotto gli occhi del pubblico. Un evento, questo, che si spera aiuti anche a sensibilizzare il pubblico nei confronti delle opere d’arte e della loro corretta conservazione; per la quale è necessario rispetto e continua attenzione.

STEFANO CARBONE.

MadreZma.


Già ampiamente apprezzati dal pubblico barese e non solo, i MadreZma, band composta da Pablo Abbrescia (voce, chitarra), Sandro DiLella (chitarrra, voce), Alessio Virno (basso, voce) e Ventura Petrosino (batteria); prediligono le sonorità rock, grunge o indie. Già reduci da una lunga storia costellata di successi e riconoscimenti; come ad esempio nella IV edizione del festival “Contaminazioni” a Bisceglie nel 2008 o “E’Vento Rock di Conversano” nello stesso anno; per citarne solo alcuni, ha costituito una partenza, avvenuta solo un anno prima, di grande impatto, accompagnata dall’approvazione del pubblico. La partecipazione a vari festival, non gli ha impedito di produrre già due album. “White angel”, il loro ultimo lavoro, di certo rivela non poco della preparazione musicale di questa band; sia a livello tecnico che armonico. Si intravedono anche le discendenze musicali che contraddistinguono il loro sound; in certi tratti quasi psichedelico, più vicino alla musica grunge per eccellenza; chiaramente ci riferiamo ai Nirvana, dei quali notiamo la chiara presenza, imperante nella maggior parte dei brani. Energia e dinamicità sono aggettivi che descrivono pienamente il sound di questo gruppo, impegnato tutt’ora nei preparativi di un nuovo lavoro autoprodotto; “Vorrei Sempre”, che sarà acquistabile durante i live, che proseguono senza sosta, sottolineando ulteriormente il continuo impegno del gruppo che lavora senza sosta per migliorarsi.

STEFANO CARBONE.


www.myspace.com/madrezma

W l'anarchia!


Inserito all’interno del festival teatrale “Castel dei mondi”; “W l’anarchia!”, opera tratta liberamente da un testo di Rainer Werner Fassbinder, che si terrà stasera, alle 20:00 presso l’auditorium Manzoni di Andria, è la storia di una rivoluzione attuata in Baviera. Una rivoluzione che non ha esito positivo. Fallirà. E proprio nel suo fallimento, la rivolta anarchica scoprirà la sua inevitabile inutilità di partenza; tutti i personaggi che compongono la storia, infatti, cercano la libertà, ma non sanno cos’è. In ciò, sicuramente, si riscontra il dramma dell’ideologia, irrealizzabile, ma importantissima, nella sua essenza, per la ricerca della sua realizzazione da parte dell’uomo. Una lettura interessante e al di fuori di ogni schieramento, che sicuramente non lascerà lo spettatore deluso. Per la regia di Werner Waas, con Simone Franco, Lea Barletti, Otto Marco Mercante, Anna Lisa Gaudino Cecilia Maffei e Giuseppe Semeraro; con le musiche di Tobia Lamare; l’opera assume una dimensione corale per la colonna sonora, che quasi prende il sopravvento in scena, mentre si svolgono le vicissitudini di una famiglia borghese nel pieno della rivoluzione, incerta sul suo futuro e su quello della propria terra. In bilico fra l’utopia e la schiacciante realtà.

STEFANO CARBONE.

Ingresso Libero.

Presso l’auditorium Manzoni di Andria

30 agosto ore 20:00

E’ consigliata la prenotazione.

Per informazioni: http://www.casteldeimondi.com/index.php?pagina=201

Patate al chili.


Ingredienti:

  • 4 Grosse patate
  • 1 Cipolla
  • 4 Spicchi d’aglio
  • 4 Peperoncini rossi secchi
  • Olio
  • Sale

Un piatto piccante direttamente dal Messico facile da preparare. Mettere a soffriggere in padella aglio e cipolla tritati; non appena prendono colore spegnete il fuoco e aggiungete i peperoncini tritati anch’essi. Versare il contenuto della padella sulle patate pelate in precedenza far cuocere in forno per 40 minuti circa a 180°. Servire come contorno.

STEFANO CARBONE.

Picasso,la materia e il segno.


Ubicata ad Otranto, presso il castello Aragonese, la mostra di Picasso, con il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Lecce e della città di Otranto; non si può certo definire un’esposizione tradizionale; come, del resto, la vita dell’artista, nato a Malaga, in Spagna, nel 1881, lavorò magistralmente ed ininterrottamente come pittore nel suo paese e all’estero; produsse un gran numero di opere e vagliando svariati metodi di produzione artistica. Ne troviamo riprova in questa mostra, nella quale riscopriamo un Picasso che sperimenta una forma d’arte caduta ormai in disuso ai suoi come ai nostri tempi: la lavorazione della ceramica. Difatti l’artista spagnolo, creò innumerevoli oggetti di questo materiale (piatti, brocche…) decorandoli con la sua immancabile tecnica pittorica, che li rende unici e dai molteplici significati nascosti; sia psicologici che emotivi. Ma non mancano i quadri: bozze, prove di dipinti più celebri; che dimostrano l’attaccamento dell’artista ai temi dell’antichità; riscontrabile in non poche bozze, nelle quali i personaggi assumono forme non dissimili da quelle dei protagonisti degli antichi dipinti classici; e, inoltre, il tema fondamentale della descrizione della vita dei poveri. Magistrale la raccolta d’illustrazioni dello storico trattato della Tauromachia di Josè Delgado, effettuate dal pittore nel 1957 tramite la tecnica dell’incisione all’acquatinta allo zucchero, che dona vera emozione, grazie anche alla dinamicità dei disegni che paiono quasi prendere vita mostrandoci il contenuto del libro in immagini. Un appuntamento da non perdere; anche per le altre mostre che si svolgono all’interno del castello; come “Otranto 1480”, a cura di Luigi Orione Amato, che prevede un’istallazione composta da scale di legno; simbolo dell’invasione ottomana della città di Otranto, ma anche simbolo di superamento delle barriere, incontro con l’altro; è inoltre presente nelle sale del castello “Cuba 10 decimi”, esposizione contenente alcuni scatti di fotografi cubani e un italiano(Luigi Orione Amato) che ritraggono l’isola di Cuba. Fra i grandi nomi dei fotografi che espongono le loro opere, ritroviamo anche quello di Roberto Salas, fotografo ufficiale di Fidel Castro. Per avere modo di comprendere la situazione vigente nella terra cubana, è stato interpellato anche il punto di vista di un italiano, estraneo al luogo, con uno sguardo lontano da quello di un semplice turista; in pieno rispetto dei principi che stanno alla base dell’etnologia.

STEFANO CARBONE.

Orari:

Aperto tutti i giorni (dal 12 Giugno al 26 settembre)

Giugno e Settembre: dalle 10:00 alle 13:00/dalle 15:00 alle 22:00

Luglio e Agosto: dalle 10:00 alle 24:00

Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.

Prezzo: intero € 6,00

Per ulteriori informazioni:

http://www.picassoaotranto.it/

Speciale Mary Shelley.


Oggi, 30 agosto 2010 ricorre l’anniversario della nascita di una fra le figure più rilevanti della letteratura moderna; Mary Shelley. Come amanti del genere gotico ed orrorifico, quali noi siamo non potevamo, certo, lasciarci sfuggire quest’occasione per soffermarci un po’ sulla vita e le opere di questa regina dell’orrore letterario; indiscussa progenitrice della fantascienza moderna. Nasce a Londra nel 1797, da due genitori fuori dal comune; William Godwin, filosofo, politico, esponente del razionalismo anarchico e Mary Wollstonecraft, filosofa ed attivista politica nei confronti delle donne. La madre muore dandola alla luce, lasciando figlia e padre soli, fino al secondo matrimonio, contratto con un’amica di famiglia. Mary conosce in giovane età, durante una gita in Scozia il poeta Percy Bysshe Shelley; sregolato e ribelle, finisce per innamorarsene e sposarlo alla tenera età di diciannove anni. Innegabile il peso che ha avuto nella formazione della scrittrice, la vicinanza a questa figura, autore di drammi lirici molto celebri come il “Prometeo liberato”. Difatti, Mary curerà svariate edizioni delle poesie del marito. Anch’egli, però non rimane a lungo nella sua vita; muore durante un viaggio all’estero annegato in seguito ad un naufragio. La Shelley, intanto raggiunge il successo e la stabilità economica in virtù di esso, con il suo primo romanzo; “Frankenstein, ovvero il nuovo prometeo”, nato quasi per caso durante una vacanza a Ginevra ove era presente anche Byron e Polidori. Byron propose agli amici, di scrivere ognuno un racconto dell’orrore che poi sarebbe stato letto per intrattenimento durante la nottata. Mary Shelley, scrisse un racconto intitolato “l’assassino”; compose, invece, “Frankenstein” così come lo conosciamo oggi, nel 1818, dopo un terribile sogno nel quale gli apparve il mostro; almeno secondo la leggenda. Non fu il suo unico romanzo; anni dopo pubblicò anche “L’ultimo uomo”, che non raggiunse mai la fama della sua opera prima. Questo libro; che narra la storia dell’ultimo uomo rimasto sulla terra, scampato ad una terribile epidemia scoppiata nel XXI secolo, è considerata da molti l’opera migliore della scrittrice. Di certo, è difficile mettere sullo stesso piano questo romanzo con il celeberrimo “Frankenstein”; non solo per la storia. La vicenda del terribile mostro creato dal dottor Frankenstein, esperto in filosofia naturalistica, grazie all’ausilio di pezzi di cadaveri, è soprattutto il ritratto di un’epoca; un punto di passaggio da un’età antica ad una moderna, con tutte le paure per le scoperte scientifiche che ne conseguono; perfettamente legittime considerando lo scatto evolutivo scientifico di quegli anni. Un libro, insomma, che contraddistingue l’epoca della Shelley; dove gli uomini sono in bilico fra quello che erano e quello che saranno; dove le superstizioni del vecchio mondo e le innovazioni tecnologiche del nuovo si danno battaglia nel campo più consono a registrare questo passaggio di epoca: la letteratura. L’uomo che diventa creatore della vita, del resto, è sempre stato un sogno ed una fobia del genere umano, sogno che oggi, a distanza di duecentotrentuno anni dalla nascita di questa superba scrittrice, continuiamo ad inseguire con tutti i dubbi e le paure che ne possono scaturire. Si può dire senza margine di errore, che Mary Shelley riuscì a cogliere alcune fra le paure che più contraddistinguono la nostra società; oltre che analizzare come essa sia in grado di creare veri e propri mostri grazie ai suoi pregiudizi. Cosa che come allora, non cessa tutt’oggi.

STEFANO CARBONE.

Incanto d'estate 2010.

Giunta alla sua terza edizione, si è tenuto, lo scorso 6 agosto, presso il cortile ottagonale interno di Castel del Monte, il concerto “Incanto d’estate 2010”, con il patrocinio del comune di Andria e dell’associazione culturale “Harmonia Vocis”. La manifestazione, volta a cercare di avvicinare il grande pubblico alla musica lirica, ha visto la partecipazione di grandissime voci della musica a livello nazionale e non solo; quali: Domenico Colaianni (baritono), Teresa Di Bari (soprano) ed Aldo Caputo (tenore). La performance dei cantanti, accompagnati dall’orchestra “Harmonia Vocis”, diretta dal maestro Giuseppe La Malfa, ha consentito certamente a tutto il pubblico all’interno dello storico castello federiciano, un ascolto limpido e attento di tutto il repertorio scelto per l’occasione; sia lirico che appartenente alla canzone popolare italiana e non. Il connubio dei due generi, ha consentito ampio respiro all’esibizione. Il tema portante, scelto per legare i vari brani riarrangiati liricamente, è l’amore, sentimento universale che unisce uomini e donne e che si esprime attraverso la musica. Di rilievo, sicuramente la partecipazione straordinaria di Cheryl Porter, che si è magistralmente esibita con una delle canzoni più celebri del grande Louis Armstrong; “What a wonderful world”, vicina al cuore dell’artista intervenuta, per il messaggio che trasmette, come lei stessa ha ammesso prima dell’esibizione. Di grande impatto la sua collaborazione in un duetto con Aldo Caputo, nella canzone napoletana “Maria Marì”. Altri brani celebri all’interno questa serata sono stati “Libiamo ne’ lieti calici” di Verdi o “Der frühllingstimmen Valzer” di Strauss, sicuramente fra i più famosi della tradizione lirica, tutti magistralmente cantati e soprattutto interpretati da Teresa Di Bari, che ha collaborato non poco nel rendere questa manifestazione unica e capace di infondere nei cuori dei presenti, nuovo amore nei confronti della musica lirica; genere da troppo tempo sottovalutato.

Alla manifestazione sono intervenute anche grandi personalità della politica locale, fra le quali il sindaco di Andria; l’Avvocato Nicola Giordano, che è stato decorato con un premio consegnatoli per il lavoro compiuto nella diffusione della cultura e dell’arte.

STEFANO CARBONE.

Beat Onto Jazz Festival 2010.


Come ogni anno, evento immancabile nella stagione estiva per gli amanti del jazz, si è svolta presso la piazza della cattedrale di Bitonto, il festival “Beat Onto”. Alla sua decima edizione, la rassegna musicale, organizzata con il patrocinio della provincia di Bari, la Regione Puglia e L’associazione “In Jazz”, si è avvalsa della partecipazione di grandi nomi dell’attuale panorama musicale jazzistico nazionale e non, fra i quali, celebri nomi come: Robertinho de Paula e il suo trio(1 agosto), Giacomo Desiante (2 agosto), Luigi Campoccia (2 agosto), Stokelo Rosemberg (3 agosto), Awaly duo (4 agosto) e l’Hadrien Ferraud trio(4 agosto). Fra gli artisti già intervenuti nelle precedenti edizioni, troviamo Luigi Campoccia; pianista, con alle spalle una lunga carriera nella musica d’autore, collaboratore di grandi artisti (fra i quali Giorgio Gaber), accompagnato da Rossano Gasperini, al contrabbasso, Daniele Malvisi, al sassofono e Paolo Corsi alla batteria; ha presentato la notte del due agosto, il suo nuovo lavoro “On the way of Damascus”, prodotto dalla casa discografica pugliese ‘Dodicilune’, dalle sonorità jazz chiaramente amalgamate con quelle più tipiche della musica simil-popolare; cosa che ad alcuni potrà renderne vagamente difficoltoso l’ascolto, ma solo per l’assoluta originalità delle composizioni, che ne rendono difficile l’effettivo accostamento con un genere in particolare, senza l’influsso di altri. Indiscussa l’abilità del sassofonista, Daniele Malvisi, che sa regalare al pubblico, attimi di profonda astrazione nella contemplazione musicale. In virtù della passata partecipazione, è stato conferito a Luigi Campoccia ed al suo gruppo, un riconoscimento in virtù del loro impegno musicale nel corso degli anni; consegnatoli subito dopo l’esibizione che ha chiuso la seconda serata del Beat Onto Jazz Festival; che si riconferma nuovamente un’ottima occasione per godere del piacevole ascolto della grande musica jazz dal vivo nelle calde notti estive. Si spera che la generosa (nonché gratuita) manifestazione, possa portare nuovamente grandi esponenti della musica sul palco bitontino anche nella prossima edizione.

STEFANO CARBONE.

Editoriale Agosto 2010.

La stagione balneare giunge infine al termine; e un po’ per inerzia, un po’ per pigrizia, ci siamo lasciati scivolare anche questo mese addosso; inermi persino nell’assistere agli sviluppi della nostra politica nazionale. Nei giri vari ed eventuali delle nostre menti, durante questo torrido ed infuocato mese(ne sa qualcosa la Russia….), ci siamo resi conto che c’è davvero qualcosa che non va’ nella mente degli abitanti del nostro paese. Riguardo la questione ambientale che, ormai è chiaro per chi ci segue, è la nostra primaria fonte di grattacapi, ci siamo chiesti se questo allarmismo (più che giustificato secondo la nostra opinione) nei riguardi delle fonti di energia non rinnovabili, non sia, in effetti, diventato già business per gente di malaffare. Sono ormai sulla bocca di tutti le questioni riguardanti lo scandalo dell’eolico in Sardegna, che hanno portato le autorità a scovare la P3, nella pattumiera a cielo aperto nella quale si è tramutato palesemente il nostro governo. Dunque l’ennesima organizzazione a delinquere che coinvolge alte cariche dello stato (proprio quello che ci voleva nel nostro paese….); fra cui ‘Cesari’ di dubbia identificazione (forse per chi non vuol vedere….). Di certo è interessante il campo nel quale operava questa: l’eolico. Una trovata geniale; considerando che il nostro paese non ha le carte giuste per produrre sufficiente energia derivata dal vento tale da giustificare un impiego massiccio dei generatori eolici, tanto in voga nella nostra nazione. E’ una questione di venti. Se non ci sono che senso ha costruire strutture che ne sfruttino la circolazione per produrre energia?

Evidentemente ai piani alti ritengono che l’Italia oramai sia composta interamente da gente inebetita dai media e dintorni. Del resto tutto quadra. Potremmo definirla quasi una combutta. La televisione ci impoverisce tanto da renderci inermi di fronte alle palesi frodi effettuate a nostre spese. E intanto i veri problemi restano lì dove li abbiamo lasciati. E’ davvero possibile che questi paladini dell’illegalità non si rendano conto che tutte le questioni irrisolte a causa di ‘trasferimenti di denaro fuori programma’ coinvolgono anche loro?

“Vivere è facile con gli occhi chiusi”, scriveva John Lennon nella celebre canzone ‘Strawberry fields forever’; ma fino a quando sarà possibile continuare a far finta che tutto questo non ci coinvolge? Ladri o poliziotti, magistrati o mafiosi; siamo tutti sulla stessa barca planetaria alla deriva in questo universo. Tutto ciò che facciamo o non facciamo o non consentiamo di fare ci coinvolge. Non c’è scampo da questo. E’ proprio un atteggiamento del genere che comporta poi divisioni a tutti i livelli; in questo momento stiamo assistendo ad una politica che va in questo senso; il governo, ormai corrotto dalle fratture pseudo-ideologiche, tentenna fra destra,sinistra e centro. Difficile, però, che la situazione si risolva se non ci si rende conto che l’unico scopo dei partiti è costruire un paese migliore per tutti, e l’unica strada da percorrere in questo senso è la collaborazione. O si trova la rotta insieme o si cola a picco.

STEFANO CARBONE.

Nightmare

NIGHTMARE (A nightmare on Elm Street USA 2010) di Samuel Bayer con Rooney Mara, Jeackie Earle Haley, Kyle Gallner, Katie Cassidy HORROR- A 26 anni di distanza dal capostipite della serie firmato dal maestro (?) dell’horror Wes Craven, arriva questo reboot (reinvenzione) di una delle saghe cinematografiche più conosciute e lunghe della storia del cinema. Messi da parte Craven, neppure consultato, e l’ex protagonista e interprete di Freddie Krueger Robert Englund, si giunge ad una rinascita del mito sopra la media delle solite produzioni horror per teenager e per svariati versi anche del “Nightmare” originale. I sogni di alcuni adolescenti americani sono funestati da un uomo nero con un guanto artigliato: quando i ragazzi incominceranno a morire in sogno e di riflesso anche nella realtà, incomincerà la corsa contro il tempo di alcuni di loro per fermare il mostro –un uomo sfigurato da delle ustioni di nome Freddie Krueger-. Oscuri segreti sepoliti nel loro passato e in quello dei loro genitori verranno a galla. Seppur con piccoli cambiamenti la trama e lo svolgimento della vicenda, sino anche a varie morti, rimangono i medesimi del film del 1984, impreziositi da un maggior spessore psicologico dell’intera vicenda che sfocia nel non essere più l’assassino di bambini che conoscevamo di Freddie e del complesso rapporto che lo lega agli adolescenti che sono sue vittime, ma in un certo senso anche suoi carnefici. Ottima fotografia e apprezzabile la scelta di introdurre i micro sogni per tenere alta la tensione. Buona l’idea di rendere Krueger serio e deciso nel suo compito di vendetta e nell’eliminare l’ironia che il personaggio aveva nei precedenti film della serie. Nel complesso un prodotto discreto purtroppo con attori non del tutto all’altezza che si spera non verrà rovinato dal sequel già in cantiere.
VOTO: 7/10
CLIZIA GERMINARIO

sabato 31 luglio 2010

Pancakes.


Ingredienti:
  • 2 UOVA
  • 230 gr. FARINA
  • 200 gr. ZUCCHERO
  • 50 gr. BURRO
  • 240 ml LATTE
  • MEZZA BUSTA LIEVITO
Mescolare il burro ammorbidito con lo zucchero e dopo aver amalgamato, aggiungere farina e lievito. Mescolare all'impasto le uova (una alla volta) e successivamente il latte. Lasciare riposare per circa mezz'ora fuori dal frigo. Friggere le frittelle una alla volta con un po' di burro in una padella antiaderente.

STEFANO CARBONE.

Sting,Symphonicities.


Ritorna l’immortale Sting, celebre frontman dei ‘Police’, a brevissima distanza dal suo ultimo lavoro, “If On A Winter's Night” fatto uscire, appunto, lo scorso inverno. Il nuovo, se così si può definire, lavoro dell’artista internazionale, da sempre apprezzato per la sua innegabile bravura, ripropone dodici dei suoi più celebri successi da solista e non, riarrangiati per l’occasione con l’ausilio della Royal Philharmonic Concert Orchestra. Nulla da obbiettare, considerando che Sting si avvale da sempre del fiore all’occhiello della musica mondiale per il conseguimento dei suoi progetti, che; vecchi o nuovi che siano, sono sempre accolti con vasta approvazione dal pubblico per la sua quasi innata capacità di ricreare qualcosa di sempre nuovo anche all’interno di brani già ascoltati milioni di volte. Quest’album non fa di certo eccezione. Sting riconferma la grandiosa capacità di saper dare un sapore diverso alla sua musica ogni qual volta la si riascolta. Quasi non si riconosce il brano che apre la raccolta; “Next to you”, che rinasce con un ritmo ed un’energia degna delle canzoni di Elvis Presley. Orecchiabili e ben riusciti anche gli arrangiamenti di classici come “Roxanne”, con un’atmosfera certamente più soft, agevolata dall’orchestra che ha saputo creare un’armonia che rende il disco gradito all’ascolto. Quest’ultima creazione del cantante inglese anticipa il suo tour che non potrà che toccare anche il nostro paese per più di una data, cosa ben gradita ai fan vecchi e nuovi che potranno, attraverso questo nuovo lavoro, attendere l’imminente serie di eventi con la giusta dose di energia, trasmessa magistralmente da questo album.

STEFANO CARBONE.

Tullio Pericoli.Lineamenti.Volto e paesaggio.


Passando per il museo dell’Ara Pacis, presso il lungotevere di Roma, è possibile ammirare, grazie ad un allestimento pittorico al piano interrato del celebre edificio, costruito nel 2006 su progetto del celebre architetto Richard Meier, i lavori di Tullio Pericoli, celebre disegnatore (ma anche pittore), che ha collaborato con riviste di fama, come: The New Yorker, Linus, La repubblica. Fra i suoi lavori, tutti effettuati dal 2007 al 2010, ritroviamo anche ritratti di volti celebri; Pasolini, Samuel Becket, tutti spogliati dei loro colori, ridotti a scale cromatiche che vanno dal nero al grigio con qualche tratto azzurro, che quasi annulla l’attenzione anatomica dei volti, per prediligere il tratto psicologico, che in molti casi ci comunica una stasi temporale che fa quasi pensare ad una fotografia che coglie qualcosa che va’ aldilà del semplice apparire. Nei suoi paesaggi, Pericoli quasi incide sulla tela canali, vene, solchi, che ci lasciano come di fronte ad un rilievo topografico tridimensionale che però, attraverso le sue atmosfere, sono in grado di comunicare sensazioni di quiete ed attesa. La luce, ovattata come in una giornata velata da nubi, ci conduce in una dimensione che va aldilà della consequenzialità temporale; cosa ancor più evidente se si considera l’assenza, spesso, del cielo e dell’orizzonte. Grazie a queste composizioni, riusciamo ad intravvedere nel paesaggio naturale, una finestra che si affaccia sull’inconscio, e che proietta attraverso la visione di montagne e terre sconfinate, sensazioni che trascendono dalla semplice apparenza. Cosa che si ripete anche nella produzione ritrattistica che ha reso celebre l’opera del pittore.

STEFANO CARBONE.

Presso il Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta(Roma)

Orari:

Martedì-domenica ore 9:00-19:00

(ingresso consentito fino alle 18:00)

Costo del biglietto 8 euro(Ara Pacis e mostra Tullio Pericoli)

Info:060608

www.arapacis.it

www.museiincomuneroma.it

Samenakoa


Nessuna chitarra o basso elettrici; al loro posto, strumenti a fiato che vanno dal clarinetto al trombone; il gruppo francese Samenakoa si occupa della composizione e dell’autoproduzione dei suoi pezzi; inoltre organizza delle tourneè in tutta Europa in modo alternativo; essi, difatti si esibiscono gratuitamente nelle maggiori piazze delle città che attraversano come artisti di strada; cosa , certamente, colma di un significato tutto particolare: esso è infatti, il modo migliore per raggiungere il pubblico di tutti i ceti e le provenienze . Di recente, si sono esibiti a Roma in piazza Navona, celebre per la ciclopica fontana creata dal Bernini; all’ombra di essa, i Samenakoa hanno dato prova di grande abilità artistica, nonché di incredibile capacità d’improvvisazione musicale, celebrando con le loro note, l’uscita del loro ultimo, nonché secondo, cd; intitolato “The March”, colmo di brio ed energia, tipici del loro genere; a metà fra il folk e il jazz, al quale si avvicinano in non pochi brani del loro primo album (‘Souk’). Interessante anche la scelta di rendere gli strumenti più ‘leggeri’ per avere la possibilità di portarli con sé durante i loro viaggi; come accade per la batteria, divisa fra due componenti del gruppo; da una parte charleston-rullante-crash, dall’altra la grancassa. Auguriamo alla band, composta da Alexandra Satger (voce e grancassa), Olivier Boyer (Rullante), Laurent Monju (Sassofono), Renaud Matchoulian (Banjo), Alex Barette (Sax baritono), Phil Boyer (Sax tenore), Fabien Genais (Sax Alto), Quentin LeRoux (Bugle), Seb Ruiz Levy (Tromba), Rico Massua (Tromba), Emilie Rambaud (Trombone); di godere appieno dell’eclettica esperienza da artisti girovaghi, in modo tale da poterla trasporre sul loro lavoro successivo; per poter godere ancora delle buone vibrazioni che la loro musica riesce a trasmettere.

STEFANO CARBONE.

Ulteriori informazioni:http://www.myspace.com/samenakoa#ixzz0vI4pnVxM

Toccata e fuga.


Incorniciata dalla superba architettura barocca di Piazza di Spagna a Roma, lo scorso 26 luglio si è svolta la manifestazione culturale ‘Toccata e fuga’; alla sua quarta edizione. Nella sua seconda serata dedicata agli spettacoli musicali, si sono esibiti alla presenza di un’adorante folla di ascoltatori, per la maggiore sui gradini della celeberrima piazza, teatro di grandiose manifestazioni; il tenore Fabio Andreotti, il bas-baritono Cesidio Iacobone, il soprnao Olga Adamovich e il mezzosoprano Irene Bottaro. I brani interpretati, facenti tutti parte di varie opere liriche (Rossini, Mozart, Verdi ) , hanno offerto una intrigante possibilità al pubblico di apprezzare la musica lirica, nata nella nostra nazione (e non solo), in tutto il suo ardore; cosa che ha dato ampio ragguaglio nella ciclopica partecipazione da parte degli ascoltatori, estasiati dalla performance, accompagnata al piano dalle note del maestro Sergio La Stella. L’apprezzamento della manifestazione, da’ luogo ad una attenta riflessione sulla effettiva necessità di allestire altri concerti di tal valore e portata per consentire a tutti di apprezzare opere di importanza e fama mai sopita nel cuore degli amanti della musica. Lirica o popolare che sia.

I prossimi appuntamenti per la manifestazione ‘Toccata e fuga’ sono:

2 Agosto (alle ore 21.15, piazza Navona, piazza di Spagna)

9 Agosto (dalle ore 21.15, piazza Navona, piazza di Spagna)

14 Agosto (dalle ore 22.00, piazza di Spagna)

16 Agosto (dalle ore 21.15, piazza Navona, piazza di Spagna)

STEFANO CARBONE.

Emma


Nel corso della storia dell’umanità, il potere è passato nelle mani di milioni di persone, che spesso hanno avuto modo di scegliere se far vivere o morire chi gli stava accanto; per capriccio o necessità. Per questo viene inviata sulla terra Emma, che porta il nome del suo creatore ( una divinità dell’oltretomba) che giudicherà e ucciderà, se necessario, tramite il suo potere, i buoni e i cattivi, i giovani e i vecchi. Chiunque tenti di scatenare eventi che possano portare alla morte di qualsiasi essere umano. Il suo compito, affidatole per evitare l’accumularsi di anime nel regno dei morti, la porterà ad avvicinarsi alla vita degli uomini con tutte le sue contraddizioni. Scritto da Kei Tsuchiya ed illustrato da Saki Nonoyama, questo manga ci propone un salto nella spirale del tempo, che ci porterà a tu per tu con personaggi storici di indubbia fama, anche se non sempre positiva.

STEFANO CARBONE.

Novecento.


Il celeberrimo testo di Alessandro Baricco, “Novecento” ; prima libro poi divenuto film diretto da Giuseppe Tornatore, ritorna al grande pubblico con l’accezione originaria del testo: un monologo teatrale. Si svolgerà, infatti , stasera alle 20:30 presso il castello Caracciolo di San Michele, la rappresentazione assolutamente gratuita, per la regia di Raffaele Braia. La vicenda narrata dal celebre scrittore torinese, tratta del pianista Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, il più celebre pianista del mondo, mai sceso dalla nave sulla quale è nato, dal nome ‘Virginian’, che già ci comunica il suo ruolo. Difatti viene utilizzata per viaggiare dall’Europa all’America; dal vecchio al nuovo mondo. E’ un luogo in qualche modo di passaggio, come un po’ tutti i mezzi di trasporto di questo tipo, che portano con sé storie di uomini e donne; ed è infatti la dimensione del ricordo quella analizzata da questo testo, entro la quale si svolge la vicenda del pianista. Segnale fondamentale di questo si nota anche nell’ambientazione storica dello spettacolo, nel pieno degli anni 20’ ; un’altra punto di passaggio, fra generi musicali ed epoche storiche, dove il jazz pareva rappresentare il futuro della musica. La regia di Raffaele Braira concede alla storia un ritmo interessante che incanterà il pubblico a prescindere dal testo già celebrato dalle musiche di Ennio Morricone.

STEFANO CARBONE.

Presso l’atrio del Castello Caracciolo di Sammichele di Bari.

Ore 20:30

Ingresso libero

mercoledì 21 luglio 2010

Solomon Kane

SOLOMON KANE (id., Francia/ Regno Unito/ Repubblica Ceca) di Michael J. Bassett con James Purefoy, Rachel Hurd-Wood, Mackenzie Crook, Samuel Roukin FANTASY- Da Robert Ervin Howard scrittore americano creatore di Conan il barbaro, vissuto nella prima metà del Novecento e prematuramente scomparso, arriva nelle sale questo film ispirato da un ciclo di sedici opere dedicate allo spadaccino puritano che dà il titolo all’opera. Solomon Kane, spietato guerriero affamato di ricchezze, si ritrova ad abbracciare la via della penitenza per evitare che il diavolo prenda la sua anima: sul suo percorso si troverà a dover rinnegare i propri propositi di non violenza per salvare una ragazza, e le terre sin dove è giunto nel suo percorso di redenzione, dalle forze delle tenebre.
Con la voglia di competere con le megaproduzioni hollywoodiane, questo “piccolo” film europeo, dal budget di una quarantina di milioni di dollari ed un cast parzialmente rubato ai ricchi cugini filmmakers americani, sembra essere un Van Helsing per adulti che promette ma non mantiene del tutto: se è apprezzabile la cupezza degli scenari, la violenza ben poco suggerita (spesso assente nei film USA per ragioni commerciali) e il portare in scena una storia tragica che non lesina situazioni drammatiche, non si ha il coraggio di sfruttare sino in fondo il materiale che si aveva fra le mani. Puntare maggiormente sull’orrore, su un clima di distruzione portato dai guerrieri nemici e su creature fantastiche interessanti la cui esistenza è qui appena mostrata ed accennata, nonché evitare un paio di inverosimiglianze (come la facilità con cui Kane si riprende dopo essere stato gravemente ferito più volte) avrebbe giovato ad una migliore riuscita dell’opera, che pure è una piccola boccata d’aria fresca in un vasto panorama di pellicole spettacolari ed impersonali che continuano a giungere da Hollywood come a voler racimolare la fascia di pubblico più vasta possibile ad evidente discapito della qualità.
Buona prova di Purefoy che, seppur quasi clone di Hugh Jackman e del suo Van Helsing, riesce a lasciare il segno e ad offrire una buona interpretazione. Con l’augurio che questo Solomon Kane sia il primo film di una ventilata trilogia, e che i capitoli successivi possano essere un passo in avanti verso un cinema più povero in termini di budget, ma più ricco di idee.

Voto: 7/10

CLIZIA GERMINARIO

lunedì 5 luglio 2010

'La ianara', Licia Giaquinto.


Il romanzo ‘La ianara’ di Licia Giaquinto racconta la storia di Adelina, giovane fanciulla destinata a diventare ianara, come già sua madre e sua nonna, per poi soffermarsi sulle vicende di coloro che incontra sul suo cammino e che, in base ai loro pregiudizi, il più delle volte la maltrattano additandola come portatrice di sventure e strega.
L’autrice riesce a creare una tensione fortissima sin dalle prima pagine, con frequenti interruzioni nella narrazione; molto usato difatti il flashback, che interrompe il continuum ma lascia il lettore desideroso di proseguire nella lettura per scoprire come l’episodio possa inserirsi nel filo della narrazione. Per quanto marginale possa essere, la Giaquinto costruisce minuziosamente ogni singolo personaggio, inventando storie paradossali e talvolta tanto assurde da suscitare, nella loro drammaticità, ilarità per le scelte attuate nel raccontare il loro sviluppo.
Il paradosso delle situazioni dà a tutta la storia un ritmo incalzante ma la rende altrettanto vulnerabile alle critiche; la bellezza di taluni ragionamenti dell’autrice, l’intuizione perfetta di determinate scelte retoriche e stilistiche vengono purtroppo sminuite da quelle che, non posso definirle altrimenti, sono vere e proprie cadute di stile degne di libro per bambini.
Fortunatamente sono però contenute e momentanee, ed il più delle volte la narrazione prosegue indisturbata nella sua aulicità. Il romanzo è tutto un paradosso, ai limiti del fantastico, tranne poi per la sofferenza e la crudezza di certi avvenimenti che fanno irrimediabilmente pensare a taluni avvenimenti di cronaca nera, quali cadaveri ritrovati nelle nostre campagne e omicidi sempre meno umani e sempre più violenti.
È sicuramente difficilmente ricollegabile ad un singolo genere ed ancora più difficile prevedere quali effetti potrebbe avere sui lettori: nella sua particolarità può tanto essere odiato quanto amato alla follia, ma di certo è innegabile che vi sia del talento notevolissimo alla base di questa triste e misteriosa storia.
Di sicuro è uno di quei libri che, una volta letto, lascia qualcosa nel cuore dei lettori e che, nel bene o nel male, non cade nel dimenticatoio di un ricordo o di uno scaffale polveroso di libreria.

voto: 8/10

ALLEGRA GERMINARIO