Il romanzo ‘La ianara’ di Licia Giaquinto racconta la storia di Adelina, giovane fanciulla destinata a diventare ianara, come già sua madre e sua nonna, per poi soffermarsi sulle vicende di coloro che incontra sul suo cammino e che, in base ai loro pregiudizi, il più delle volte la maltrattano additandola come portatrice di sventure e strega.
L’autrice riesce a creare una tensione fortissima sin dalle prima pagine, con frequenti interruzioni nella narrazione; molto usato difatti il flashback, che interrompe il continuum ma lascia il lettore desideroso di proseguire nella lettura per scoprire come l’episodio possa inserirsi nel filo della narrazione. Per quanto marginale possa essere, la Giaquinto costruisce minuziosamente ogni singolo personaggio, inventando storie paradossali e talvolta tanto assurde da suscitare, nella loro drammaticità, ilarità per le scelte attuate nel raccontare il loro sviluppo.
Il paradosso delle situazioni dà a tutta la storia un ritmo incalzante ma la rende altrettanto vulnerabile alle critiche; la bellezza di taluni ragionamenti dell’autrice, l’intuizione perfetta di determinate scelte retoriche e stilistiche vengono purtroppo sminuite da quelle che, non posso definirle altrimenti, sono vere e proprie cadute di stile degne di libro per bambini.
Fortunatamente sono però contenute e momentanee, ed il più delle volte la narrazione prosegue indisturbata nella sua aulicità. Il romanzo è tutto un paradosso, ai limiti del fantastico, tranne poi per la sofferenza e la crudezza di certi avvenimenti che fanno irrimediabilmente pensare a taluni avvenimenti di cronaca nera, quali cadaveri ritrovati nelle nostre campagne e omicidi sempre meno umani e sempre più violenti.
È sicuramente difficilmente ricollegabile ad un singolo genere ed ancora più difficile prevedere quali effetti potrebbe avere sui lettori: nella sua particolarità può tanto essere odiato quanto amato alla follia, ma di certo è innegabile che vi sia del talento notevolissimo alla base di questa triste e misteriosa storia.
Di sicuro è uno di quei libri che, una volta letto, lascia qualcosa nel cuore dei lettori e che, nel bene o nel male, non cade nel dimenticatoio di un ricordo o di uno scaffale polveroso di libreria.
voto: 8/10
ALLEGRA GERMINARIO
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