sabato 31 luglio 2010

Pancakes.


Ingredienti:
  • 2 UOVA
  • 230 gr. FARINA
  • 200 gr. ZUCCHERO
  • 50 gr. BURRO
  • 240 ml LATTE
  • MEZZA BUSTA LIEVITO
Mescolare il burro ammorbidito con lo zucchero e dopo aver amalgamato, aggiungere farina e lievito. Mescolare all'impasto le uova (una alla volta) e successivamente il latte. Lasciare riposare per circa mezz'ora fuori dal frigo. Friggere le frittelle una alla volta con un po' di burro in una padella antiaderente.

STEFANO CARBONE.

Sting,Symphonicities.


Ritorna l’immortale Sting, celebre frontman dei ‘Police’, a brevissima distanza dal suo ultimo lavoro, “If On A Winter's Night” fatto uscire, appunto, lo scorso inverno. Il nuovo, se così si può definire, lavoro dell’artista internazionale, da sempre apprezzato per la sua innegabile bravura, ripropone dodici dei suoi più celebri successi da solista e non, riarrangiati per l’occasione con l’ausilio della Royal Philharmonic Concert Orchestra. Nulla da obbiettare, considerando che Sting si avvale da sempre del fiore all’occhiello della musica mondiale per il conseguimento dei suoi progetti, che; vecchi o nuovi che siano, sono sempre accolti con vasta approvazione dal pubblico per la sua quasi innata capacità di ricreare qualcosa di sempre nuovo anche all’interno di brani già ascoltati milioni di volte. Quest’album non fa di certo eccezione. Sting riconferma la grandiosa capacità di saper dare un sapore diverso alla sua musica ogni qual volta la si riascolta. Quasi non si riconosce il brano che apre la raccolta; “Next to you”, che rinasce con un ritmo ed un’energia degna delle canzoni di Elvis Presley. Orecchiabili e ben riusciti anche gli arrangiamenti di classici come “Roxanne”, con un’atmosfera certamente più soft, agevolata dall’orchestra che ha saputo creare un’armonia che rende il disco gradito all’ascolto. Quest’ultima creazione del cantante inglese anticipa il suo tour che non potrà che toccare anche il nostro paese per più di una data, cosa ben gradita ai fan vecchi e nuovi che potranno, attraverso questo nuovo lavoro, attendere l’imminente serie di eventi con la giusta dose di energia, trasmessa magistralmente da questo album.

STEFANO CARBONE.

Tullio Pericoli.Lineamenti.Volto e paesaggio.


Passando per il museo dell’Ara Pacis, presso il lungotevere di Roma, è possibile ammirare, grazie ad un allestimento pittorico al piano interrato del celebre edificio, costruito nel 2006 su progetto del celebre architetto Richard Meier, i lavori di Tullio Pericoli, celebre disegnatore (ma anche pittore), che ha collaborato con riviste di fama, come: The New Yorker, Linus, La repubblica. Fra i suoi lavori, tutti effettuati dal 2007 al 2010, ritroviamo anche ritratti di volti celebri; Pasolini, Samuel Becket, tutti spogliati dei loro colori, ridotti a scale cromatiche che vanno dal nero al grigio con qualche tratto azzurro, che quasi annulla l’attenzione anatomica dei volti, per prediligere il tratto psicologico, che in molti casi ci comunica una stasi temporale che fa quasi pensare ad una fotografia che coglie qualcosa che va’ aldilà del semplice apparire. Nei suoi paesaggi, Pericoli quasi incide sulla tela canali, vene, solchi, che ci lasciano come di fronte ad un rilievo topografico tridimensionale che però, attraverso le sue atmosfere, sono in grado di comunicare sensazioni di quiete ed attesa. La luce, ovattata come in una giornata velata da nubi, ci conduce in una dimensione che va aldilà della consequenzialità temporale; cosa ancor più evidente se si considera l’assenza, spesso, del cielo e dell’orizzonte. Grazie a queste composizioni, riusciamo ad intravvedere nel paesaggio naturale, una finestra che si affaccia sull’inconscio, e che proietta attraverso la visione di montagne e terre sconfinate, sensazioni che trascendono dalla semplice apparenza. Cosa che si ripete anche nella produzione ritrattistica che ha reso celebre l’opera del pittore.

STEFANO CARBONE.

Presso il Museo dell’Ara Pacis, Lungotevere in Augusta(Roma)

Orari:

Martedì-domenica ore 9:00-19:00

(ingresso consentito fino alle 18:00)

Costo del biglietto 8 euro(Ara Pacis e mostra Tullio Pericoli)

Info:060608

www.arapacis.it

www.museiincomuneroma.it

Samenakoa


Nessuna chitarra o basso elettrici; al loro posto, strumenti a fiato che vanno dal clarinetto al trombone; il gruppo francese Samenakoa si occupa della composizione e dell’autoproduzione dei suoi pezzi; inoltre organizza delle tourneè in tutta Europa in modo alternativo; essi, difatti si esibiscono gratuitamente nelle maggiori piazze delle città che attraversano come artisti di strada; cosa , certamente, colma di un significato tutto particolare: esso è infatti, il modo migliore per raggiungere il pubblico di tutti i ceti e le provenienze . Di recente, si sono esibiti a Roma in piazza Navona, celebre per la ciclopica fontana creata dal Bernini; all’ombra di essa, i Samenakoa hanno dato prova di grande abilità artistica, nonché di incredibile capacità d’improvvisazione musicale, celebrando con le loro note, l’uscita del loro ultimo, nonché secondo, cd; intitolato “The March”, colmo di brio ed energia, tipici del loro genere; a metà fra il folk e il jazz, al quale si avvicinano in non pochi brani del loro primo album (‘Souk’). Interessante anche la scelta di rendere gli strumenti più ‘leggeri’ per avere la possibilità di portarli con sé durante i loro viaggi; come accade per la batteria, divisa fra due componenti del gruppo; da una parte charleston-rullante-crash, dall’altra la grancassa. Auguriamo alla band, composta da Alexandra Satger (voce e grancassa), Olivier Boyer (Rullante), Laurent Monju (Sassofono), Renaud Matchoulian (Banjo), Alex Barette (Sax baritono), Phil Boyer (Sax tenore), Fabien Genais (Sax Alto), Quentin LeRoux (Bugle), Seb Ruiz Levy (Tromba), Rico Massua (Tromba), Emilie Rambaud (Trombone); di godere appieno dell’eclettica esperienza da artisti girovaghi, in modo tale da poterla trasporre sul loro lavoro successivo; per poter godere ancora delle buone vibrazioni che la loro musica riesce a trasmettere.

STEFANO CARBONE.

Ulteriori informazioni:http://www.myspace.com/samenakoa#ixzz0vI4pnVxM

Toccata e fuga.


Incorniciata dalla superba architettura barocca di Piazza di Spagna a Roma, lo scorso 26 luglio si è svolta la manifestazione culturale ‘Toccata e fuga’; alla sua quarta edizione. Nella sua seconda serata dedicata agli spettacoli musicali, si sono esibiti alla presenza di un’adorante folla di ascoltatori, per la maggiore sui gradini della celeberrima piazza, teatro di grandiose manifestazioni; il tenore Fabio Andreotti, il bas-baritono Cesidio Iacobone, il soprnao Olga Adamovich e il mezzosoprano Irene Bottaro. I brani interpretati, facenti tutti parte di varie opere liriche (Rossini, Mozart, Verdi ) , hanno offerto una intrigante possibilità al pubblico di apprezzare la musica lirica, nata nella nostra nazione (e non solo), in tutto il suo ardore; cosa che ha dato ampio ragguaglio nella ciclopica partecipazione da parte degli ascoltatori, estasiati dalla performance, accompagnata al piano dalle note del maestro Sergio La Stella. L’apprezzamento della manifestazione, da’ luogo ad una attenta riflessione sulla effettiva necessità di allestire altri concerti di tal valore e portata per consentire a tutti di apprezzare opere di importanza e fama mai sopita nel cuore degli amanti della musica. Lirica o popolare che sia.

I prossimi appuntamenti per la manifestazione ‘Toccata e fuga’ sono:

2 Agosto (alle ore 21.15, piazza Navona, piazza di Spagna)

9 Agosto (dalle ore 21.15, piazza Navona, piazza di Spagna)

14 Agosto (dalle ore 22.00, piazza di Spagna)

16 Agosto (dalle ore 21.15, piazza Navona, piazza di Spagna)

STEFANO CARBONE.

Emma


Nel corso della storia dell’umanità, il potere è passato nelle mani di milioni di persone, che spesso hanno avuto modo di scegliere se far vivere o morire chi gli stava accanto; per capriccio o necessità. Per questo viene inviata sulla terra Emma, che porta il nome del suo creatore ( una divinità dell’oltretomba) che giudicherà e ucciderà, se necessario, tramite il suo potere, i buoni e i cattivi, i giovani e i vecchi. Chiunque tenti di scatenare eventi che possano portare alla morte di qualsiasi essere umano. Il suo compito, affidatole per evitare l’accumularsi di anime nel regno dei morti, la porterà ad avvicinarsi alla vita degli uomini con tutte le sue contraddizioni. Scritto da Kei Tsuchiya ed illustrato da Saki Nonoyama, questo manga ci propone un salto nella spirale del tempo, che ci porterà a tu per tu con personaggi storici di indubbia fama, anche se non sempre positiva.

STEFANO CARBONE.

Novecento.


Il celeberrimo testo di Alessandro Baricco, “Novecento” ; prima libro poi divenuto film diretto da Giuseppe Tornatore, ritorna al grande pubblico con l’accezione originaria del testo: un monologo teatrale. Si svolgerà, infatti , stasera alle 20:30 presso il castello Caracciolo di San Michele, la rappresentazione assolutamente gratuita, per la regia di Raffaele Braia. La vicenda narrata dal celebre scrittore torinese, tratta del pianista Danny Boodmann T.D. Lemon Novecento, il più celebre pianista del mondo, mai sceso dalla nave sulla quale è nato, dal nome ‘Virginian’, che già ci comunica il suo ruolo. Difatti viene utilizzata per viaggiare dall’Europa all’America; dal vecchio al nuovo mondo. E’ un luogo in qualche modo di passaggio, come un po’ tutti i mezzi di trasporto di questo tipo, che portano con sé storie di uomini e donne; ed è infatti la dimensione del ricordo quella analizzata da questo testo, entro la quale si svolge la vicenda del pianista. Segnale fondamentale di questo si nota anche nell’ambientazione storica dello spettacolo, nel pieno degli anni 20’ ; un’altra punto di passaggio, fra generi musicali ed epoche storiche, dove il jazz pareva rappresentare il futuro della musica. La regia di Raffaele Braira concede alla storia un ritmo interessante che incanterà il pubblico a prescindere dal testo già celebrato dalle musiche di Ennio Morricone.

STEFANO CARBONE.

Presso l’atrio del Castello Caracciolo di Sammichele di Bari.

Ore 20:30

Ingresso libero

mercoledì 21 luglio 2010

Solomon Kane

SOLOMON KANE (id., Francia/ Regno Unito/ Repubblica Ceca) di Michael J. Bassett con James Purefoy, Rachel Hurd-Wood, Mackenzie Crook, Samuel Roukin FANTASY- Da Robert Ervin Howard scrittore americano creatore di Conan il barbaro, vissuto nella prima metà del Novecento e prematuramente scomparso, arriva nelle sale questo film ispirato da un ciclo di sedici opere dedicate allo spadaccino puritano che dà il titolo all’opera. Solomon Kane, spietato guerriero affamato di ricchezze, si ritrova ad abbracciare la via della penitenza per evitare che il diavolo prenda la sua anima: sul suo percorso si troverà a dover rinnegare i propri propositi di non violenza per salvare una ragazza, e le terre sin dove è giunto nel suo percorso di redenzione, dalle forze delle tenebre.
Con la voglia di competere con le megaproduzioni hollywoodiane, questo “piccolo” film europeo, dal budget di una quarantina di milioni di dollari ed un cast parzialmente rubato ai ricchi cugini filmmakers americani, sembra essere un Van Helsing per adulti che promette ma non mantiene del tutto: se è apprezzabile la cupezza degli scenari, la violenza ben poco suggerita (spesso assente nei film USA per ragioni commerciali) e il portare in scena una storia tragica che non lesina situazioni drammatiche, non si ha il coraggio di sfruttare sino in fondo il materiale che si aveva fra le mani. Puntare maggiormente sull’orrore, su un clima di distruzione portato dai guerrieri nemici e su creature fantastiche interessanti la cui esistenza è qui appena mostrata ed accennata, nonché evitare un paio di inverosimiglianze (come la facilità con cui Kane si riprende dopo essere stato gravemente ferito più volte) avrebbe giovato ad una migliore riuscita dell’opera, che pure è una piccola boccata d’aria fresca in un vasto panorama di pellicole spettacolari ed impersonali che continuano a giungere da Hollywood come a voler racimolare la fascia di pubblico più vasta possibile ad evidente discapito della qualità.
Buona prova di Purefoy che, seppur quasi clone di Hugh Jackman e del suo Van Helsing, riesce a lasciare il segno e ad offrire una buona interpretazione. Con l’augurio che questo Solomon Kane sia il primo film di una ventilata trilogia, e che i capitoli successivi possano essere un passo in avanti verso un cinema più povero in termini di budget, ma più ricco di idee.

Voto: 7/10

CLIZIA GERMINARIO

lunedì 5 luglio 2010

'La ianara', Licia Giaquinto.


Il romanzo ‘La ianara’ di Licia Giaquinto racconta la storia di Adelina, giovane fanciulla destinata a diventare ianara, come già sua madre e sua nonna, per poi soffermarsi sulle vicende di coloro che incontra sul suo cammino e che, in base ai loro pregiudizi, il più delle volte la maltrattano additandola come portatrice di sventure e strega.
L’autrice riesce a creare una tensione fortissima sin dalle prima pagine, con frequenti interruzioni nella narrazione; molto usato difatti il flashback, che interrompe il continuum ma lascia il lettore desideroso di proseguire nella lettura per scoprire come l’episodio possa inserirsi nel filo della narrazione. Per quanto marginale possa essere, la Giaquinto costruisce minuziosamente ogni singolo personaggio, inventando storie paradossali e talvolta tanto assurde da suscitare, nella loro drammaticità, ilarità per le scelte attuate nel raccontare il loro sviluppo.
Il paradosso delle situazioni dà a tutta la storia un ritmo incalzante ma la rende altrettanto vulnerabile alle critiche; la bellezza di taluni ragionamenti dell’autrice, l’intuizione perfetta di determinate scelte retoriche e stilistiche vengono purtroppo sminuite da quelle che, non posso definirle altrimenti, sono vere e proprie cadute di stile degne di libro per bambini.
Fortunatamente sono però contenute e momentanee, ed il più delle volte la narrazione prosegue indisturbata nella sua aulicità. Il romanzo è tutto un paradosso, ai limiti del fantastico, tranne poi per la sofferenza e la crudezza di certi avvenimenti che fanno irrimediabilmente pensare a taluni avvenimenti di cronaca nera, quali cadaveri ritrovati nelle nostre campagne e omicidi sempre meno umani e sempre più violenti.
È sicuramente difficilmente ricollegabile ad un singolo genere ed ancora più difficile prevedere quali effetti potrebbe avere sui lettori: nella sua particolarità può tanto essere odiato quanto amato alla follia, ma di certo è innegabile che vi sia del talento notevolissimo alla base di questa triste e misteriosa storia.
Di sicuro è uno di quei libri che, una volta letto, lascia qualcosa nel cuore dei lettori e che, nel bene o nel male, non cade nel dimenticatoio di un ricordo o di uno scaffale polveroso di libreria.

voto: 8/10

ALLEGRA GERMINARIO

domenica 4 luglio 2010

The Twilight Saga: Eclipse

ECLIPSE (id. USA 2010) di David Slade con Kristen Stewart, Robert Pattinson, Taylor Lautner, Bryce Dallas Howard FANTASY- A pochi mesi di distanza da “New Moon”, uscito nelle nostre sale lo scorso novembre, arriva il terzo capitolo della famosa saga di “Twilight” dell’autrice statunitense Stephenie Meyer. L’amore tra il vampiro vegetariano Edward (Robert Pattinson “Remember me”) e la mortale Bella Swan (Kirsten Stewart “Panic room”, “The Runaways”) è sempre più forte e dovrà scontrarsi con i sentimenti del licantropo Jacob (Taylor Lautner “Appuntamento con l’amore”), innamorato della ragazza, e con un esercito di vampiri neonati proveniente da Seattle che sta creando scompiglio nel mondo dei vampiri tanto da richiamare l’attenzione dei potenti Volturi. All’ennesimo cambio di regia –un regista a capitolo, strategia discutibile- troviamo al timone l’inglese David Slade, autore del sanguinario e vampiresco “30 giorni di buio” alle prese con il capitolo sin ora più movimentato della saga che qui vede licantropi e vampiri allearsi contro l’esercito nemico: insomma premesse succulente per gli amanti dell’azione e dei vampiri, che vengono però disattese. Se il film appare meno noioso del precedente capitolo, note dolenti sono proprio gli attori e la sua generale realizzazione: in un cast male assortito e quasi totalmente monoespressione e mal scelto spiccano il breve ruolo affidato al bravo Jack Huston (il serial “Eastwick”) di fidanzato di Rosalie in un flashback – ve ne saranno svariati e poco efficaci- e quello più corposo di Xavier Samuel nei panni di un neonato che avrà un ruolo fondamentale nella vicenda. Azzardata la scelta di cambiare l’interprete di Victoria, da Rachelle Lefevre a Bryce Dallas Howard –figlia del regista Ron- e di dare così poco spazio al suo personaggio visto che tutti i problemi dei nostri partono da lei. Pollice verso anche per i dialoghi spesso insulsi e imbarazzanti e per gli effetti speciali non certo all’altezza di una saga tanto remunerativa che portano ad avere la sensazione che si voglia puntare solo sul lato commerciale, sul fare soldi, senza la minima volontà di migliorare la qualità. Se infatti nel primo capitolo era comprensibile un basso investimento monetario e anche forse di sforzi, dato che la fama del libro non era ai livelli di “Harry Potter” e che i vampiri sono sempre stati figure di nicchia, adesso non è più giustificabile la sciatteria con cui si seguita a realizzare i capitoli successivi di questa serie. Un qualsiasi telefilm sul genere, dall’indimenticato “Buffy the vampire slayer” al recente “The vampire diaries” passando per “Moonlight”, offre molta più profondità e qualità di una saga da milioni di dollari di budget ed incassi, segno che oggi sempre più spesso la qualità più che in sala si trova in tv.
Voto: 5.5/10

CLIZIA GERMINARIO

giovedì 1 luglio 2010

Editoriale Luglio 2010.

Intossicati, oramai dai continui attentati alla nostra libertà d’espressione; difficilmente godremo i benefici di un tranquillo riposo estivo. Del resto ci risulta difficile pensare all’estate come sinonimo di riposo, vista l’isteria collettiva nel cercarsi, anche quest’anno, un posto al sole. Ad ogni modo; c’è poco da star tranquilli. Soprattutto considerando le note posizioni del nostro governo (cosa in realtà isolabile ad un suo singolo elemento ed al suo seguito) nei confronti degli pseudo-orrori che la stampa nazionale perpetrerebbe ai danni dei cittadini; promuovendo la disinformazione generale. Evidentemente qualcuno riterrà più degno di attenzione per informarsi sugli avvenimenti giornalieri programmi di “altissimo contenuto culturale” quali ‘La pupa e il secchione’ o ‘Mistero’ (al solo nominarli ci corrono i brividi lungo la schiena). A questo proposito bisognerebbe, in effetti, fare una piccola digressione; com’è possibile che in una traccia emanata dal ministero della pubblica (d)Istruzione riguardi esattamente una delle argomentazioni resa celebre, negli scorsi mesi, dal suddetto programma condotto dal fu Raz Degan? La scuola si è definitivamente arresa alla sovranità della televisione-spazzatura? Fossero, per lo meno, argomenti affrontati con un briciolo di rigore scientifico e non come ricerca di sensazionalismo da quattro soldi stile ‘Novella 2000’ (sarà un caso che tutti i rotocalchi e le reti televisive che trasmettono i programmi da noi elencati appartengano proprio alla stessa persona responsabile dei commenti negativi nei confronti della stampa?). Passi pure come argomento d’esame la musica, anche contando la recente decisione di aprire licei interamente dedicati a questa materia. Ma gli alieni? Che c’entrano gli alieni con la maturità? A che categoria apparterrebbe una traccia del genere? Cultura generale? Allora perché, l’anno prossimo, non dedicare una bella traccia anche al successo delle zeppe? O all’utilizzo delle paiette negli abiti da sera? Sembra persino più dignitoso. C’è davvero da chiedersi quale sarà la prossima fantasmagorica invenzione dei nostri ministri. Fra leggi e “innovazioni culturali” non ne azzeccano una!

Sarà che lo scorso mese sono scomparsi troppi personaggi illustri (in primis Saramago, al quale abbiamo dedicato uno speciale), ma luglio si è aperto con le premesse meno incoraggianti. Una cosa, però ci consente di guardare (con un po’ di sano egoismo) avanti con ottimismo; la caterva di concerti che si svolgeranno, in questi mesi caldi, sul nostro territorio nazionale. Certo, con la carenza monetaria che affligge il nostro paese, e purtroppo, anche noi stessi, bisognerà fare una cernita di ciò che si può andare a vedere da ciò che bisogna evitare. Del resto non si può vivere seguendo le tournèe dei nostri cantanti o gruppi preferiti come le groupie degli anni 80’….oppure si? E se fosse una soluzione? Scappare da tutto questo caos politico-urbano e vivere inseguendo musica e spettacoli? La proposta è più che allettante. Magari si potrebbe proporre anche a qualche rappresentante governativo di allestire un bello show d’intrattenimento. Noi senz’altro saremo pronti in prima fila a guardare chiunque avesse deciso di abbandonare i propri miliardi….di elettori (si…certo...) per mettere su un qualche spettacolo. Nulla sarebbe più esaltante di vedere comparire chiunque si appresti a questo nuovo “progetto” (abbiamo in mente qualcuno in particolare…) in mezzo al palco mentre noi, digrignando i denti, urleremmo : ”E mo’ facce ride’!” . Non sarà il nostro dialetto, ma il messaggio arriva comunque forte e chiaro.

STEFANO CARBONE.