venerdì 11 giugno 2010

'Draquila - l'Italia che trema': dopo tremerete anche voi.


A distanza di un anno dal tremendo terremoto che ha devastato l’Abruzzo e l’Aquila in particolare, l’attrice/comica/regista/blogger Sabrina Guzzanti approda sul grande schermo con il film ‘Draquila – l’Italia che trema’, documentario su come realmente sono andati i fatti quel 6 aprile 2009.
Estremamente temuto dal governo per i retroscena scottanti che avrebbe potuto rivelare, tanto da spingere il ministro Bondi a non presenziare al festival di Cannes in segno di protesta, il film svela uno scenario da panico assoluto: il terremoto non è stato una catastrofe improvvisa abbattutasi sugli ignari Aquilani, ma un evento già preannunciato e messo a tacere per non allarmare la massa, con le conseguenze che tutti conosciamo.
Come se questo non fosse abbastanza, la Guzzanti rivela la speculazione che il premier in primis e poi tutti i suoi accoliti hanno attuato a spese dei terremotati; ricalcando le mosse compiute in precedenti catastrofi naturali, sono state inutilmente costruite case a scopo di lucro in favore delle già danarosissime compagnie edilizie amiche del presidente del Consiglio ed i cittadini, seppur uniche e vere vittime di tutta la faccenda, sono stati privati di ogni possibilità di intervento e giudizio per essere invece rinchiusi in campi dove vige una semi-dittatura, la quale impedisce ai diversi Comuni di riunirsi in assemblee, di parlare con giornalisti come la Guzzanti e addirittura di bere caffè e Coca cola, onde evitare un’eccitazione eccessiva e dunque ribellioni al regime berlusconiano.
Non è, però, solo sullo scandalo che si concentra il documentario: difatti, viene dato ampio spazio al controllo mediatico sulla massa, e a tutti quelli, anziani in particolare, che, influenzati da telegiornali palesemente parziali come quello di Minzolini, vedono Berlusconi in una luce semi-divina e ne applaudono i provvedimenti.
Il film si conclude con un niente di fatto, non voleva esserci conclusione e difatti non c’è: la Guzzanti presenta i fatti nudi e crudi, senza inutile retorica ma con un ritmo martellante, che lascia lo spettatore intelligente e consapevole esterrefatto al pensiero che tante vite umane siano state perse o rovinate per il guadagno dei potenti italiani.
La scarsa diffusione che il film ha avuto e l’alta fascia d’età degli spettatori dimostra che il cammino è ancora lungo, che il governo è ancora ben radicato e che l’opposizione, non esente da pesanti critiche nel corso del lungometraggio, è solo una lieve ombra in Parlamento e sul campo.
Decisamente, non uscirete dalla sala ridendo.
voto: 9/10
ALLEGRA GERMINARIO



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