mercoledì 30 giugno 2010

Stillicidi @ fabrica fluxus.



ultimi giorni per l'esposizione di Stillicidi, una mostra complessa e multiforme dal punto di vista psicologico.

Un connubio tra più artsti che in maniera totalmente differente, esprimono il medesimo concetto di percezione.

Un concetto soggetto troppo spesso agli stereotipi mentali, prodotti spesso da fattori che una volta riconosciuti creano un meccanismo nel quale un qualsiasi oggetto seppur presentato in altra maniera, viene comunque riconosciuto come tale. Talvolta basta una una scritta, per indurre la mente a pensare che ciò che stiamo osservando è esattamente quello che leggiamo nel nome. Ma chi ci dice che sia così?

E cosi si gioca con la mente, la si sfida per una volta a rompere gli schemi provando a spaziare con l'immaginazione. Si sprona ad andare oltre ai limiti imposti dalla forma e dalla convenzione mentale sforzandola ad acquisire per ogni singolo oggetto posto alla sua attenzione, una nuova visione, una funzione differente da quella che è abituata a catalogare abitualmente.

Karin Andersen ad esempio, si diverte con le prospettive facendo cosi perdere la logica del luogo e mettendo l'osservatore in condizione attiva dinnanzi all'immagine che sta osservando.

Ferrario Freres invece combatte la logica della nomenclatura. Un grande occhio con all'interno la scritta “Dog” è sufficiente a far credere all'osservatore che l'occhio in questione sia effettivamente di un cane. Ma lo è davvero?

Christian Rainer invece punta sul classico. L'emblema dell'uomo allo specchio. Un vetro che riflette l'immagine di un uomo, cogliendone però soltanto l'ombra. Un uomo che non riesce a cogliere se stesso, così come non ci riescono gli altri. L'eterna lotta tra uomo e inconscio.

Questi solo alcuni esempi di quanto la percezione si possa spingere oltre i canoni tradizionali e quanto i risultati possano essere vari e diversi a seconda di chi guarda l'opera.


VALENTINA CROCITTO.


INFO:

Fabrica Fluxus
Via Celentano 39 Bari
ORARI: LUN 17.00/ 20.30 MAR- SAB 11.00/ 13.30 - 17.00/20.30
LINK e CONTATTI: www.fabricafluxus.com - Roberta Fiorito : fabricafluxus@gmail.com



Il mondo di Rando Ayamine, autore del nuovo manga pubblicato dalla GP questo mese: ”Holy Talker”, è molto simile al nostro. Ospedali, scuole, vite di persone comuni. Se non fosse per quello che accade agli uomini quando desiderano eccessivamente qualcosa. Attraverso quel desiderio, infatti, i demoni s’impossessano dei loro corpi, per poi costringerli a divorare le anime degli altri esseri umani per nutrirsi. Ed è qui che entrano in scena i componenti del Comitato Esecutivo dell’istituto del Sacro Giglio Bianco. Essi, ragazzi dotati di poteri straordinari, sono gli esorcisti; votati a ricacciare i demoni all’inferno con l’ausilio del potere della Santa Madre. Ma l’arrivo di un ragazzo proveniente da Lourdes, dotato di poteri demoniaci, ma desideroso di aiutare gli uomini nella loro lotta contro il male, creerà non poco scompiglio all’interno del gruppo di affiatati cacciatori di demoni.

L’autore ci trasporta all’interno delle tipiche vite di adolescenti, che hanno un compito tutt’altro che comune da svolgere. La pungente ironia e gli ammiccanti doppi sensi, conferiscono a questo manga chiara leggibilità; cosa ancor più evidente se constatiamo che il tratto dell’autrice rimanda indubbiamente alle atmosfere delle Clamp (“Card capture Sakura” , “Tokyo Babilon” , “ X 1999”) , regine incontrastate del fumetto nipponico, di cui si riprendono anche alcune tematiche nella trama; in parte Shoujo, in parte di avventura fantastica.

STEFANO CARBONE.

Arè Rock festival- la finale@Barletta-ospiti Moltheni e La fame di Camilla.

Venerdi 2 luglio,a contendersi i duemila euro di premio, e la gloria di aprire un concerto di Elio e le torie tese del 4 luglio i 5 gruppi finalisti dell'arè rock festival About Wayne, Aedi, Bicycle Beat, Gardenya e

Il Cavaliere Alessandro, animeranno il fossato del Castello Svevo di Barletta, spaziando dal grunge all'indie e all'elettrorock.

Fuori concorso, come ospiti, i vincitori dell'edizione 2008 del festival, La fame di Camilla, noti già da tempo al pubblico nostrano e non, ricordando anche la presentazione del singolo Buio e Luce al festival di Sanremo 2010, un album in attivo e videoclip già in rotazione su diversi canali musicali.

A seguire l'attesissimo Moltheni, a quasi un anno dall'uscita di Ingrediente Novus, l'album raccolta delle migliori opere del cantautore, estratti live e collaborazioni, tra cui Vasco Brondi (luci della centrale elettrica), riproposte in chiave ancor più accattivante, che confermano dieci anni di intenso e riconosciuto lavoro.


All'anagrafe Umberto Giardini, Moltheni inizia la sua carriera musicale, come batterista degli Hameldome, che nell'89, dopo soli tre anni di formazione, si aggiudicano il premio di miglior gruppo emergente sul palco dell'Arezzo Wave.

Abbandonato il progetto Hameldome, si trasferisce prima in Scozia, poi a Bologna dove inizia a registrare dei brani che immediatamente susciteranno l'interesse di Carmen Consoli e i produttori della Cyclope Records con i quali realizzerà due album.

Comincia cosi un lungo percorso musicale che lo vede spesso protagonista come apertura ai concerti di gruppi come Afterhours e Verdena. Nel 1999 pubblica il primo album “Natura in replay”,partecipa a Sanremo con il brano Nutriente nel 2000, e nel 2001 pubblica Fiducia nel migliore e collabora con Battiato per la colonna sonora di Perdutoamor.

Seguono a distanza di diversi anni di inattività, Splendore terrore (2005), Vinile live (2006), Toilette memoria(2006), Io non sono come te (2007), I segreti del corallo (2008) ed infine Ingrediente novus (2009).


per info: http://www.arerockfestival.it/


VALENTINA CROCITTO.



martedì 29 giugno 2010

Amleto in salsa piccante.

Si apre un ponte fra cultura italiana e americana, stasera e domani alle ore 21:15 presso piazza San Vincenzo ad Ugento, con lo spettacolo “Amleto in salsa piccante”; per la regia di Vittorio Capotorto. Un cast formato da attori universitari americani e canadesi, in un’opera scritta da Aldo Nicolaj e prodotto dall’associazione no-profit “Teatromania”, nata verso la fine degli anni 90’ a New York. Lo spettacolo, finanziato dalla Regione Puglia, narra la celebre storia di Amleto di William Shakespeare, ma in una versione comica irresistibile. Froggy (personaggio inserito in questa versione della storia), cuoco del castello di Amleto, è punto focale della vicenda. Intorno alla sua vita si svolge la storia shakespeariana con qualche modifica comica; così troviamo un Amleto omosessuale, un’Ofelia vegetariana fissata con lo yogurt dietetico ed una regina Gertrude un po’ ninfomane e avvezza ai piaceri della tavola e dell’alcol. La vicenda segue sempre le sorti originali, ma molte situazioni troveranno spiegazioni nuove e più realistiche. Sarà, infatti, Froggy a travestirsi da fantasma del padre di Amleto per ordinargli di uccidere Claudio, colpevole di aver dormito insieme alla moglie del cuoco. Una vicenda spassosa che non potrà che portare il sorriso sul volto anche dei più esigenti ammiratori di Shakespeare.
Lo spettacolo si svolgerà all’interno del Festival internazionale di teatro epico universitario.


STEFANO CARBONE.

Martedì 29 e Mercoledì 30 Giugno,
Presso Piazza San Vincenzo (Ugento)
Ore 21:15
Ingresso libero.

Speciale José Saramago.


Lo scorso 18 Giugno è venuto a mancare, in seguito ad una lunga malattia, uno degli scrittori più eccelsi della storia della letteratura contemporanea; José Saramago. Nell’apprendere la notizia ci siamo sentiti in dovere di rendere omaggio al suo genio creativo. Portoghese; nasce il 16 novembre 1922 ad Azinhaga, da una famiglia povera, si trasferisce sin da tenera età a Lisbona, ove abbandonerà gli studi a causa di problematiche economiche. Comincia ad effettuare le professioni più disparate per mantenersi: fabbro, correttore di bozze, giornalista, scrittore, traduttore; fino ad entrare a far parte del ramo editoriale, che non abbandonerà mai. Pubblica vari romanzi e poesie dal 1947, che intervalla con l’attività giornalistica. La censura del regime di Salazar, non gli consente di ottenere il successo desiderato; ma Saramago non si arrenderà mai ad esso; opponendoglisi con i suoi scritti e denunciandone gli abusi.
Fino al 1972, periodo del ‘primo Saramago’, egli pubblica anche testi teatrali e novelle. Subito dopo la rivoluzione dei Garofani del 1974, Saramago comincia la sua attività di scrittore a tempo pieno, e si lega alla letteratura post-rivoluzionaria, che seguirà per il resto della sua esistenza. Il successo arriva con il romanzo “Memorie di un convento”. Durante il decennio 90’, Saramago si afferma, a livello mondiale, come uno degli autori più apprezzati; ma nonostante ciò, non perse mai la sua schiettezza e disillusione, che molti confondono con la presunzione, ma che hanno più a che fare con un’attenta e profonda capacità di analisi della nostra realtà. Cosa che gli consentì di mettere a fuoco alcune delle caratteristiche più oscene e aberranti del nostro tempo e delle nostre forme di governo. Ne è un chiaro esempio una fra le sue opere più celebri: “Cecità” del 1995. In questo romanzo dai tratti simbolici e quasi filosofici, una malattia strappa a tutti gli uomini, la capacità di vedere. Per evitare che essa si diffonda nella popolazione mondiale, il governo di una città non specifica, che assume le fattezze di una qualunque cittadina del nostro pianeta, decide di rinchiudere i malati in un ex-manicomio. Solo una donna fra questi non è stata contagiata. Ella, che si finge anch’essa cieca pur di star vicina alla persona che ama, sarà l’unica testimone dei soprusi, violenze ed orrori che gli uomini rinchiusi subiranno o perpetreranno gli uni nei confronti degli altri. Questo romanzo ci fa’ spontaneamente sorgere un dubbio; la realtà che la donna non contagiata vede, è davvero definibile come realtà o è quella percepita dai ciechi da considerarsi vera? Ci pone, dunque, di fronte ad un dilemma sulla percezione della realtà; ovvero, è la realtà percepita dalla massa quella vera, o è chi vede le cose come stanno che percepisce il reale?
C’è da sottolineare, inoltre, che Saramago non utilizza molto la punteggiatura in questo romanzo. I punti non esistono. Fatto da non sottovalutare per comprendere l’atmosfera di cui questo libro è impregnato. La vicenda, infatti, si svolge in un tempo e in un luogo non definito. Questo espediente, ancor più ci dimostra l’assenza di un inizio ed una fine. Il tempo è azzittito. Questo romanzo è solo uno degli esempi elencabili a memoria di questo straordinario autore controcorrente che sempre cercò di evidenziare i lati negativi di questa nostra società. Ma non fu solo un abile scrittore; fu anche un giornalista ineccepibile; un viaggiatore sul sentiero della conoscenza votato al rianalizzare e riosservare il già visto anche a distanza di tempo per coglierne ogni possibile sfumatura. Una delle sue caratteristiche più peculiari, era di certo la capacità di scandalizzarsi; cosa che manca a molti ‘grandi’ di questo nostro mondo. Le sue qualità di scrittore, gli consentirono di vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1998; cosa che non fu ben vista da tutti; in particolar modo dal Vaticano, per le ben note posizioni anti-clericali e filo-comuniste ( si iscrisse al partito già nel 1959) dello scrittore; cosa nota a tutti coloro che hanno letto “Il vangelo secondo Gesù”; a metà fra vangelo apocrifo e romanzo. In esso viene descritta una delle figure più importanti della storia dell’umanità; Gesù, sotto una luce del tutto nuova: l’umanità. Il Gesù di Saramago sbaglia, ama, teme la morte, chiede persino perdono agli uomini per l’operato di Dio. Non è esagerato definire quest’opera una vera e propria rivoluzione. Qualcosa che non si può giudicare né eresia né male. Anzi. Ci si sente più vicini alla figura di Gesù. Non più santo; ma uomo. Nulla può restituire un’immagine degna di quello che Saramago ha rappresentato per ben tre generazioni. La sua vita, dedicata alla scrittura, può solo trasmetterci quello che riusciamo vagamente a percepire di un uomo, che considerava le persone più sagge che avesse mai conosciuto i suoi nonni. Del tutto privi d’istruzione. Indice, forse, che la vita è davvero maestra migliore della scuola.


STEFANO CARBONE.

Frollini:



-250 g di farina
-100 g zucchero a velo
-1/2 cte sale
-1/2 cte lievito in polvere
-125 g burro a cubetti
-1 uovo
-1 tuorlo d’uovo

Per il ripieno:
-Nutella o marmellata a scelta

Mescolate con il robot da cucina gli ingredienti e, dopo aver ottenuto una palla di pasta, lasciate riposare in frigorifero per circa un’ora. Stendere il composto ottenendo una sfoglia di circa 4 mm di spessore e tagliare i biscotti con uno stampino rotondo. Aiutarsi con della farina nelle operazioni. Trasferire i biscotti su una lastra da forno con sopra della carta da forno e bucare al centro con l’aiuto di un imbuto la metà dei biscotti. Quando saranno cotti e freddi riempire (consigliata la marmellata di albicocca) e ricoprire con zucchero a velo. Cuocere a 180° per circa 13 minuti.
CLIZIA GERMINARIO
-->le dosi sono per circa 12 biscotti

domenica 27 giugno 2010

Speciale Michael Jackson.


Artista poliedrico di altissimo livello, Michael Jackson nasce nella città di Gary nell’Indiana il 29 agosto 1958. La sua famiglia vive in condizione di schiacciante povertà; il padre, Joseph lavora in un’ acciaieria. Non ha neppure la possibilità di portarsi il pranzo da casa, esso gli viene spesso offerto dai suoi colleghi di lavoro. Per questo egli decide di fare in modo che i suoi figli debbano vivere in questo modo. Compreso il talento degli stessi in campo musicale (Joseph stesso faceva parte di un piccolo gruppo R&B, mentre sua moglie era una cantante), forma con i suoi figli i Jackson boys, poi rinominati Jackson five, di cui diventa manager. Nell’America di quegli anni, ancora in lotta contro i pregiudizi razziali, probabilmente la musica era l’unico modo per la famiglia di riscattare la propria dignità personale. I Jackson five vengono duramente provati dai continui rimproveri non solo verbali del padre, che pretende da tutti i suoi figli la perfezione, alla quale il piccolo Michael si avvicina molto. Da sempre, infatti, egli era indubbiamente considerato il più dotato vocalmente; possedeva, inoltre, una capacità innata di attirare l’attenzione su di sé durante le esibizioni dal vivo. Ciò lo porta presto a diventare il cantante della band, e a partire dal 1971 con l’etichetta discografica “Motown”, esordisce come solista e pubblica con la stessa etichetta diversi album. Lasciata la Motown nel 1975 per la Epic i Jacksons(cambiano nuovamente il loro nome poiché il precedente era divenuto di proprietà della vecchia casa discografica), procedono con la loro carriera musicale, ormai in declino, con la pubblicazione di nuovi album e portando avanti numerosi tour. Intanto alla carriera di cantante, Michael decide di affiancare quella di attore, e nel 1978 ottiene una parte nel musical “Il mago di Oz”, nel quale interpreterà lo spaventapasseri. Il film non ottiene molto successo, ma sul set Michael incontra Quincy Jones, che diventerà successivamente il produttore degli album che lo hanno definitivamente consacrato come “Re del pop”; infatti nel 1979, lavorano alla creazione dell’album “Off the wall”, dalle sonorità disco, che dà il via alla nuova carriera di Michael, che comincia ad essere famoso anche all’estero. Le canzoni sono firmate da big della musica internazionale quali Paul Mc Cartney e Stevie Wonder. La vera svolta arriverà nel 1982, con “Thriller”, divenuto l’album più venduto di tutti i tempi. Le canzoni verranno pubblicizzate con dei video che hanno distrutto le bariere raziali; infatti “Billie Jean” fu il primo video con un artista di colore trasmesso da MTV. Il successo del singolo “Thriller”, dal quale prende il nome l’album stesso, viene accompagnato da un video di circa tredici minuti, diretto da John Landis; diviene un vero e proprio punto di riferimento internazionale per le generazioni successive. Le coreografie di Michael ipnotizzano il suo pubblico collaborando all’enorme successo delle canzoni. Thriller sarà il primo video di cui verrà fatto anche un “making of”, che sarà successivamente venduto su cassetta. Cercando di approfittare del successo di Michael, i Jacksons vengono fatti esibire dalla Motown durante lo show che celebra il venticinquesimo anniversario della casa discografica nel 1983. Il cantante accetta ad una sola condizione: vuole poter cantare “Billie Jean” da solo. In questa occasione Michael si esibirà per la prima volta nel suo celeberrimo ‘Moonwalk’, passo di danza diventato un ‘must’ delle sue esibizioni. Da questo momento in poi i Jacksons cominceranno un processo che li porterà allo scioglimento in breve tempo. Ormai è Michael il vero protagonista. Nel 1984 Michael scrive insieme a Lionel Richie “We are the world”, singolo realizzato con l’ausilio di vari artisti i quali ricavati sono devoluti ai poveri dell’Africa orientale. Intanto si susseguono pettegolezzi sulla folle vita di Michael che dormirebbe in una camera iperbarica, o altri di natura e assurdità simili, che cominceranno a renderlo una vittima succulenta agli occhi della stampa. Cosa che permarrà per tutta la sua vita. L’album successivo che viene pubblicato nel 1987 è “Bad”, anch’ esso accompagnato da un celeberrimo video e un successo non indifferente che però, com’era prevedibile, non raggiunge il livello di Thriller; ma gli vale nel 1988 il titolo di “Re del pop”, titolo consegnatoli dagli amici Elizabeth Taylor e Eddie Murphie ai BRE Awards. Nel 1991, invece, è la volta di “Dangerous”, lavoro che prelude all’inizio di un omonimo tour considerato fra i migliori e spettacolari della storia per effetti speciali. Sulle note del singolo “Heal the world”, contenuto in questo stesso album, Michael si esibisce al XXVII Super Bowl, registrando ascolti televisivi record in America; in onore di questa canzone, simbolo di pace per il mondo, crea la ‘Heal the world foundation’, votata ad aiutare le persone in difficoltà a causa della povertà e a preservare l’ambiente. Nel 1995 esce il doppio album “HIstory”, contenente alcuni dei suoi brani più celebri, e nel secondo disco quindici inediti. Fra essi, troviamo canzoni celebri come “You are not alone”, dove si può notare, nel video, la presenza di Lisa Marie Presley (figlia del grande Elvis), con la quale Michael contrasse matrimonio nel 1994. Un nuovo lavoro, arriva nel 1997, con “Blood on the dance floor”, dopo un difficile periodo per il cantante, divorziò da Lisa e si sposò nuovamente con l’ex infermiera Deborah Jeanne Rowe, dalla quale ebbe due figli. Il suo nuovo album fu dedicato ad Elthon John che lo supportò nella difficile battaglia contro la dipendenza dagli analgesici, in particolar modo la morfina, alla quale è dedicata una canzone dal medesimo titolo. La dipendenza da antidolorifici e analgesici, non venne tuttavia mai sconfitta del tutto. Dopo la pubblicazione di “Invincible”, album che ebbe estreme difficoltà a venir pubblicizzato a causa di una controversia legale in corso fra Michael e la Sony, fu l’ultima avventura discografica inedita del cantante. I difficili anni successivi lo condussero ad affrontare lunghe battaglie legali causate dalle ripetitive accuse per violenza e molestie su minori, che macchiarono indelebilmente la sua immagine anche grazie al supporto dei media che banchettarono su tutte le possibili dicerie e stranezze di cui era stato protagonista, presunto o reale poco importava, il cantante; coinvolto in simili cause anche nel 1993. Nel 2005 venne assolto da tutti i dieci capi d’accusa che lo coinvolgevano. Difficile dire quanto queste accuse minarono la sua cariera e la sua persona.

Nel 2006 Michael ottenne vari riconoscimenti ai “World Music Award” di Londra fra cui il ‘Diamond Award’, concesso agli artisti che hanno venduto nella loro carriera almeno cento milioni di album. Nel 2009, venne organizzata una conferenza stampa per annunciare il suo tour finale: “This is it”, che si sarebbe svolto interamente a Londra. L’enorme affluenza di fan desiderosi di assistere all’ultimo concerto del cantante convinse Jackson ad aumentare il numero dei concerti da dieci a cinquanta. Purtroppo, l’ambizioso progetto non vide mai la luce del sole. A poche settimane dalla prima Michael Jackson muore nella sua casa di Los Angeles. Il processo contro il medico Conrad Murray che doveva tenerlo sotto osservazione, non ancora terminato pare aver portato alla luce l’incapacità da parte di quest’ultimo di eseguire il suo lavoro con sufficiente capacità cognitiva. Infatti pare che un’eccessiva dose di Propofol, utilizzato solo in ambito ospedaliero per operazioni chirurgiche, accoppiata alla mala sorveglianza del medico abbia portato Michael ad un arresto cardiaco. Chiaramente, le condizioni psico-fisiche del cantante non erano delle migliori, la sola stima delle numerossissime operazioni chirurgiche alle quali si sottopose durante l’arco di tutta la sua esistenza, farebbero pensare che difficilmente egli sarebbe potuto sopravvivere a lungo; soprattutto constatando le sue difficili condizioni di salute e la sua dipendenza dagli antidolorifici. Di certo questo non riesce, tuttavia, a consolare. Ad un anno dalla morte, visionando l’intero panorama televisivo e radiofonico, ci si rende conto che l’impennata di successo che ha ricoinvolto la carriera e la vita di Michael dopo la sua morte si è pressoché consumata nel giro di dodici mesi. Difficile da credere viste le milioni di celebrazioni da parte dei fan di tutto il mondo a pochi mesi dalla morte; fra tutte possiamo ricordare i flashmob che hanno coinvolto tutte le città italiane, compresa la nostra. Quest’anno, le manifestazioni sembrano essersi dimezzate. Un concerto promosso dalla famiglia; o meglio dal padre di Michael, estromesso dal testamento del figlio, alla quale hanno partecipato artisti pressoché sconosciuti; per non parlare dell’enorme quantitativo di video e materiale editoriale non autorizzato in circolazione. Sarà dunque questa un’altra occasione per lucrare alle spalle di un artista? Questo quadro sconsolante è reso ancora peggiore (e per nulla banale da ammettere) dalla presa di coscenza che l’assenza di una personalità del calibro di Michael si sente già in questo mondo. Se non altro per l’immenso apporto che egli riusciva a dare attraverso le sue iniziative (scrisse canzoni per l’Africa, le vittime delle torri gemelle e dell’uragano Katrina; aiutò con i suoi finanziamenti ospedali,orfanotrofi e ogni persona che poteva). Difficile sarà, dimenticare un artista di questo calibro. A prescindere dalle mode fasulle e passeggere e dal supporto che in questo senso riusciranno a dare i mass media, Michael Jackson sarà per sempre una delle stelle più luminose nel firmamento della storia dell’umanità.

STEFANO CARBONE.



martedì 15 giugno 2010

La vita segreta dei fiori @ BLUorG.


Attraverso un’esposizione di quadri che rappresentano fiori, alberi e paesaggi, Giancarlo Limoni ci conduce attraverso una nuova visione di un tema già utilizzato dagli artisti di fine 800’ per le loro creazioni. La natura, però viene rielaborata, sintetizzata con tecniche successive; impressioniste e non solo, in una riconversione che punta all’analisi più approfondita dell’ ”anatomia” del fiore, visto con una vicinanza che rimanda alla contemplazione orientale. Non unico elemento, per altro, che ci riporta alla pittura d’oriente; il tratto delicato di alcuni quadri, non può che farci riflettere sull’evidente ponte che una mostra del genere apre con la pittura di queste terre lontane. Nonostante ciò, sono ben chiari anche le riflessioni su artisti europei, come nel caso delle “Ninfee”; chiara citazione di Monet, però viste con più attenzione e vicinanza non solo fisica, ma certamente anche psicologica dell’artista. Indiscutibile l’impatto emotivo che trasmette l’opera “Fiori cinesi”, con una composizione diversa rispetto agli altri dipinti, che si riflette anche sul metodo di realizzazione e sul soggetto. Un paesaggio naturalistico dove i colori paiono uscir fuori dalla cornice, che non riesce a contenere la forza dell’opera. Un percorso del genere, porta l’osservatore a riflettere sulle influenze dell’arte mondiale, perfettamente sintetizzate in questo lavoro artistico.

STEFANO CARBONE.
Orari:
dal 21 maggio al 22 giugno
dal lunedì al sabato dalle 10:00 alle 13:30/ 17:00-20:30
Ingresso libero.

venerdì 11 giugno 2010

Editoriale Giugno 2010.

Giugno 2010; un mese atteso da molti per un avvenimento che concentra su di sé l’attenzione quasi totale della popolazione globale: l’inizio dei mondiali di calcio. Ma c’è davvero ancora gente che si prodiga a pensarci? Personalmente ci risulta difficile anche solo lontanamente rivolgere marginale attenzione ad una evento del genere, seppur di così larga portata sociale e affettiva, in un momento difficile come questo per il nostro paese e non solo. Chiaramente oltre alla questione del federalismo fiscale, ultimo colpo inferto alla nostra nazione che per quanti tagli o manovre possa subire, pare non decollare mai per quanto concerne l’economia ( fosse solo quella a non mostrare segni di miglioramento…) o riuscire far quadrare i conti pubblici e non. Di certo colpisce come, benché in Europa si respiri universalmente un clima di difficoltà economica, sono ben poche le nazioni che hanno eliminato l’ipotesi di erogare fondi destinati alla scuola e all’istruzione. Di questo passo viene da chiedersi se usciremo mai da questa situazione di stallo…. Certo ci riesce difficile crederlo se non si investe sul futuro, anche in momenti come questi. Ma questo è uno dei tanti dilemmi del nostro paese in questo periodo. Di sicuro la questione della legge sulle (anzi, meglio dire “contro”) le intercettazioni telefoniche, di recente approvata dal senato, e tuttora in esame presso la Camera, non è argomento da noi ignorabile, visto che coinvolge in parte, anche la comunicazione pubblica. Questa legge prevede che le intercettazioni telefoniche, oltre ad informazioni di altro genere (tabulati, riprese o registrazioni acquisite senza il diretto consenso dell’interessato…) non possano essere pubblicate né tantomeno riassunte sui media; nazionali e non. Inoltre vi sono molte altre restrizioni per quanto concerne le intercettazioni in sé. Esse, infatti, non potranno essere effettuate in luoghi “privati”, ma solo ove si svolge “attività criminosa”. Inoltre le suddette intercettazioni non possono essere utilizzate oltre la sfera d’indagini per cui sono state ordinate, tranne per alcuni reati maggiori. Ora; è chiaro che l’incubo del ‘ grande fratello’ terrorizza chiunque su questo pianeta….all’incirca, visto che si fa a gara per poter partecipare a trasmissioni che non hanno altro scopo se non quello di spiare la vita del prossimo….ma queste restrizioni paiono piuttosto curiose; soprattutto se si considera il fatto che le persone che registrano conversazioni o video che colgono politici(e non) in flagranza di reato, rischiano il carcere poiché non iscritti all’ordine dei giornalisti, quindi non ‘abilitati’ a intercettare per dovere di cronaca…..ma non sarà mica che l’intera legge impedisce l’adempimento del diritto di informazione e libertà di stampa( oltre che il conseguimento corretto delle indagini da parte delle autorità competenti)? Ci pare il minimo che le maggiori testate giornalistiche del nostro paese si stiano mobilitando con scioperi e altro per protestare contro questa elucubrazione giuridica; chiaramente pilotata da un interesse estraneo alla pretesa di mitigare il clima dei media. La questione fortunatamente (si spera…) è ancora aperta. Ne si verrà a capo a breve, quindi possiamo ancora agognare ad una risoluzione che preservi la libertà di informazione del nostro paese. Speriamo che non diventi l’ennesima utopia da inseguire disperatamente.

Un’altra questione che ha scosso in particolar modo la nostra cittadina negli ultimi giorni, è stata la proposta di delibera per la revoca di una precedente delibera del 2003, che ratificava l’accordo che assegnava il Petruzzelli ai privati (ovvero agli eredi di chi quel teatro lo fece costruire). Questo consentirebbe al nostro comune di cessare il pagamento annuale di circa 500.000 euro annuali da effettuare nei confronti degli eredi legittimi. Una manovra del genere è di certo voluta anche a cercare di riappropriarsi di un teatro ristrutturato con il denaro pubblico e che comunque, se non si agisse legalmente in alcun modo, rientrerebbe in possesso degli eredi prima o poi. L’idea non è assolutamente illegittima, ma è probabile che non sia così facilmente realizzabile; difatti la votazione in merito alla delibera non è stata effettuata per mancato raggiungimento del numero dei presenti alla votazione. Non mancano, effettivamente i consiglieri comunali che ritengano la manovra azzardata per ora, e che occorra una più profonda ricerca dei mezzi legali per ottenere lo stesso risultato in modo semplicemente diverso. Certamente questo tipo di mediazione è auspicabile rispetto ad un’azione che potrebbe rivelarsi debilitante nel futuro. Si spera, dunque, che almeno per questo si tenti la via del confronto e del compromesso per cercare di risolvere la questione che, verrà a breve rimessa ai voti. Di certo di problemi maggiori ce ne sarebbero da risolvere, ma senza ombra di dubbio l’appartenenza del Petruzzelli alla cittadinanza è una verità sacrosanta che, a quanto pare, non è stata ribadita abbastanza.

STEFANO CARBONE.

'Draquila - l'Italia che trema': dopo tremerete anche voi.


A distanza di un anno dal tremendo terremoto che ha devastato l’Abruzzo e l’Aquila in particolare, l’attrice/comica/regista/blogger Sabrina Guzzanti approda sul grande schermo con il film ‘Draquila – l’Italia che trema’, documentario su come realmente sono andati i fatti quel 6 aprile 2009.
Estremamente temuto dal governo per i retroscena scottanti che avrebbe potuto rivelare, tanto da spingere il ministro Bondi a non presenziare al festival di Cannes in segno di protesta, il film svela uno scenario da panico assoluto: il terremoto non è stato una catastrofe improvvisa abbattutasi sugli ignari Aquilani, ma un evento già preannunciato e messo a tacere per non allarmare la massa, con le conseguenze che tutti conosciamo.
Come se questo non fosse abbastanza, la Guzzanti rivela la speculazione che il premier in primis e poi tutti i suoi accoliti hanno attuato a spese dei terremotati; ricalcando le mosse compiute in precedenti catastrofi naturali, sono state inutilmente costruite case a scopo di lucro in favore delle già danarosissime compagnie edilizie amiche del presidente del Consiglio ed i cittadini, seppur uniche e vere vittime di tutta la faccenda, sono stati privati di ogni possibilità di intervento e giudizio per essere invece rinchiusi in campi dove vige una semi-dittatura, la quale impedisce ai diversi Comuni di riunirsi in assemblee, di parlare con giornalisti come la Guzzanti e addirittura di bere caffè e Coca cola, onde evitare un’eccitazione eccessiva e dunque ribellioni al regime berlusconiano.
Non è, però, solo sullo scandalo che si concentra il documentario: difatti, viene dato ampio spazio al controllo mediatico sulla massa, e a tutti quelli, anziani in particolare, che, influenzati da telegiornali palesemente parziali come quello di Minzolini, vedono Berlusconi in una luce semi-divina e ne applaudono i provvedimenti.
Il film si conclude con un niente di fatto, non voleva esserci conclusione e difatti non c’è: la Guzzanti presenta i fatti nudi e crudi, senza inutile retorica ma con un ritmo martellante, che lascia lo spettatore intelligente e consapevole esterrefatto al pensiero che tante vite umane siano state perse o rovinate per il guadagno dei potenti italiani.
La scarsa diffusione che il film ha avuto e l’alta fascia d’età degli spettatori dimostra che il cammino è ancora lungo, che il governo è ancora ben radicato e che l’opposizione, non esente da pesanti critiche nel corso del lungometraggio, è solo una lieve ombra in Parlamento e sul campo.
Decisamente, non uscirete dalla sala ridendo.
voto: 9/10
ALLEGRA GERMINARIO