domenica 9 maggio 2010

Editoriale maggio 2010

L’ultimo mese è stato senza dubbio fecondo di avvenimenti che hanno destato l’attenzione dell’opinione pubblica (e non solo), calamitando le nostre menti a ponderare attentamente sul nostro futuro che, se già poteva apparire poco roseo, ora di certo ci darà modo di ricrederci. La sfumatura cromatica, infatti, è decisamente scesa (anzi, precipitata) di luminosità. Difficile non toccare l’argomento del nostro governo, che si rivela giorno per giorno logorante persino per chi assiste solamente a scandali e immonde affermazioni sulla “eccessiva libertà di stampa” nel nostro paese. Come se esprimere la propria opinione fosse diritto solo per alcuni membri del nostro governo…. Ma eviteremo di impelagarci in questioni di parte (per quanto sia possibile) per rispetto nei riguardi di chi non ha le nostre stesse convinzioni in materia di legalità e libertà. Il nostro blog, nato con l’intenzione di diffondere la cultura, di certo non può esimersi dal rivelare la sua (e nostra) più profonda e assoluta indignazione nei confronti del decreto sulle disposizioni urgenti in maniera di spettacolo ed attività culturali che prevede lo stop alle assunzioni ed ai concorsi, il divieto di effettuare lavori extra(come ad esempio l’insegnamento) e una discussione sugli integrativi nei contratti da effettuare presso l’Aran e non più nei teatri. Ciò è stato già causa di scioperi presso grandi teatri del nostro paese quali la stessa Scala di Milano, e per nostra fortuna, accolta negativamente anche dal nostro consiglio comunale e dal sindaco Michele Emiliano. Questo decreto, infatti, potrebbe (e lo farà senz’ altro) creare enormi difficoltà al nostro teatro cittadino più celebre e amato; il Petruzzelli, che non avrebbe la possibilità di proseguire la sua attività, appena ripresa.
È chiaro che le difficoltà economiche della nostra nazione sono svariate e di complessa soluzione, ma un decreto che crei problemi persino a teatri di spessore quali, appunto, ‘La Scala’ di Milano o ‘L’Opera’ di Roma, di certo è il caso che venga più attentamente revisionato visto che la situazione degli artisti nel nostro paese è già sufficientemente grave a causa della mancanza di investimenti in questo settore. Chiaramente creare , modificare o abrogare decreti non è materia di nostra competenza; quindi lungi da noi il tentare di dispensare consigli in merito. Ma certamente abbiamo buon diritto di ritenere provvedimenti di questo calibro inaccettabili allo stato attuale. La conservazione dignitosa dei nostri teatri (e soprattutto di chi ci lavora) è un sacrosanto diritto.
Chiaramente in situazioni di crisi più profonda, un lusso quale l’arte è da evitare (non ci crediamo fermamente, ma a ragion del pragmatismo ci permettiamo ugualmente di affermarlo) come ad esempio si può notare in Grecia, ma per nostra enorme fortuna, non siamo ancora giunti a tal punto e si spera (borsa permettendo) che ciò non debba mai capitare. Dunque è probabile che sia possibile (se non necessario) trattare con maggior dignità gli addetti ai lavori dei teatri. Di certo non ci catapulterà nel buco nero della crisi economica.
A proposito di buchi neri, sarebbe opportuno riflettere anche sulla situazione a livello globale. Lo scorso 20 aprile una petroliera è esplosa(e affondata dopo due giorni) a largo del Golfo del Messico, dando il via ad un disastro naturale di vasta scala, che coinvolgerà l’ecosistema del luogo e l’economia della città limitrofe; che si basa principalmente sulla pesca e il turismo. La causa è ancora ignota. Probabilmente la mancata manutenzione o alcuni lavori mal eseguiti o eseguiti con materiali scadenti. Considerando tutto ciò di quanti altri segnali abbiamo bisogno per comprendere che è necessario fare un enorme sforzo per trasformare le nostre fonti di energia non rinnovabile in rinnovabile? Non essendo capaci di investire sulle petroliere, sarà poi il caso di scegliere di investire sul nucleare? Come di recente la nostra nazione si accinge a fare. Non sarebbe opportuno evitare di far ulteriori danni per la nostra (mondialmente parlando) incapacità di investire SOPRATTUTTO sulla legalità (da qui materiali scadenti e lavori mal eseguiti)?
Viene da pensare alle possibili conseguenze del malfunzionamento di una centrale nucleare…..altro che vulcano Fimmvorduhals…..di certo il problema maggiore della nostra nazione non sarebbe il paralizza mento del traffico aereo.

STEFANO CARBONE

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