domenica 29 agosto 2010

Speciale Litfiba.


E’difficile concentrare in un solo articolo tutto il lavoro svolto dai Litfiba nel corso degli ultimi trent’anni. Di certo questa incredibile band ha segnato una svolta nella storia del rock italiano. Nascono nel 1980 a Firenze; il loro nome ne è testimonianza, poiché è composto da LIT(Italia) FI(Firenze) BA(Via de Bardi); il luogo dove sono nati. Nello stesso anno cominciano un tour che li porterà in tutta Italia. Nell’82’ vincono il Festival Rock Italiano di Bologna; negli anni successivi pubblicano il loro primo LP (“Guerra”) e “L’Eneide”, colonna sonora di uno spettacolo teatrale rappresentato anche al MoMA di New York. Nell’83’partono per il primo tour internazionale che li porterà al successo in Francia. Nell’85 esce “Desaparecido”, primo album dedicato alle vittime del potere. I tour degli anni successivi si svolgeranno in tutta Europa ed anche in Russia. Nell’89’ esce “Pirata”, disco che raggiunse un ampio successo. Nel 90’ inaugurano la tetralogia degli elementi con il cd ”El diablo”. Alla fine di essa, nel 99’ con l’album “Infinito”, che chiude la tetralogia di elementi con un quinto:il tempo, i Litfiba scelgono, dopo svariate separazioni e cambiamenti della loro formazione originaria, di separarsi e proseguire per percorsi artistici personali. Per lo meno ciò avviene per Piero Pelù e Federico Renzulli (in arte “Ghigo”), che sceglie comunque di mantenere il nome Litfiba provando varie formazioni. Nel 2009 i due si riuniscono nuovamente sotto il nome della vecchia band con grande gioia del pubblico, entusiasta di poter riabbracciare due veterani del rock di tal portata; a giugno del 2010 esce il cd “Stato libero”, con due inediti (“Sole nero” e ”Barcollo”) e vari brani live, accompagnato da un lungo tour che ha visto triplicarsi le date di apparizione per la massiccia richiesta di biglietti da parte dei vecchi e nuovi fan, italiani e non, che hanno potuto godere delle esibizioni dei Litfiba per tutta questa lunga estate. Sicuramente il sound di questo gruppo ha subìto trasformazioni non indifferenti; dal rock al punk, dal bluse allo psichedelico dal rock latino all’elettronico; ce n’è per tutti i gusti. In effetti i Litfiba sono particolarmente apprezzati dal pubblico soprattutto per la loro capacità di spaziare da un genere all’altro senza mai perdere di credibilità; anzi dimostrando che dei veri musicisti sanno interpretare ogni genere con passione e professionalità, elementi che possono scaturire solo dall’esperienza, che certo non manca a questi titani del rock; cosa che ci ha portato a definirli i dominatori indiscussi dei palchi di questa estate. A dispetto dei pietosi motivetti orecchiabili che affollano le radio, che speriamo vivamente svaniscano insieme al caldo estivo per non ritornare mai più; lasciando solo ciò che davvero conta. La Musica con la “M” maiuscola.

STEFANO CARBONE.

Sito ufficiale:www.litfiba.net/


Caravaggio? L'enigma dei due S.Francesco.


All’interno dell’antica chiesa di S.Francesco della Scarpa di Lecce, con il patrocinio del Ministero dell’interno e della Provincia di Lecce, si svolge una mostra molto particolare su un dipinto; anzi due, attribuiti al celeberrimo pittore Michelangelo Merisi; in arte Caravaggio. Ritroviamo, infatti, due quadri pressoché identici, eccetto per qualche dettaglio riguardo all’illuminazione della figura, entrambi attribuiti al pittore milanese. Tuttavia ancor oggi, a 400 anni dalla morte dell’ideatore del/i quadro/i, gli studiosi non concordano sull’effettiva paternità dell’opera. La mostra, vuol dunque dare l’occasione al grande pubblico di poter essere reso partecipe, riguardo a questo mistero ancora da svelare; dando la possibilità anche ai non addetti ai lavori di conoscere gli indizi che ci hanno portato a ritenere entrambi i quadri opera del Merisi, o gli elementi che possono sviarci da questa ipotesi. Interessante è anche la possibilità di partecipare attivamente ad un'altra attività che consente la conservazione della maggior parte dei beni culturali della nostra nazione e non solo: il restauro. Sarà possibile, infatti, assistere alle operazioni di restauro di tre quadri antichi, grazie alla collaborazione di esperti che opereranno sotto gli occhi del pubblico. Un evento, questo, che si spera aiuti anche a sensibilizzare il pubblico nei confronti delle opere d’arte e della loro corretta conservazione; per la quale è necessario rispetto e continua attenzione.

STEFANO CARBONE.

MadreZma.


Già ampiamente apprezzati dal pubblico barese e non solo, i MadreZma, band composta da Pablo Abbrescia (voce, chitarra), Sandro DiLella (chitarrra, voce), Alessio Virno (basso, voce) e Ventura Petrosino (batteria); prediligono le sonorità rock, grunge o indie. Già reduci da una lunga storia costellata di successi e riconoscimenti; come ad esempio nella IV edizione del festival “Contaminazioni” a Bisceglie nel 2008 o “E’Vento Rock di Conversano” nello stesso anno; per citarne solo alcuni, ha costituito una partenza, avvenuta solo un anno prima, di grande impatto, accompagnata dall’approvazione del pubblico. La partecipazione a vari festival, non gli ha impedito di produrre già due album. “White angel”, il loro ultimo lavoro, di certo rivela non poco della preparazione musicale di questa band; sia a livello tecnico che armonico. Si intravedono anche le discendenze musicali che contraddistinguono il loro sound; in certi tratti quasi psichedelico, più vicino alla musica grunge per eccellenza; chiaramente ci riferiamo ai Nirvana, dei quali notiamo la chiara presenza, imperante nella maggior parte dei brani. Energia e dinamicità sono aggettivi che descrivono pienamente il sound di questo gruppo, impegnato tutt’ora nei preparativi di un nuovo lavoro autoprodotto; “Vorrei Sempre”, che sarà acquistabile durante i live, che proseguono senza sosta, sottolineando ulteriormente il continuo impegno del gruppo che lavora senza sosta per migliorarsi.

STEFANO CARBONE.


www.myspace.com/madrezma

W l'anarchia!


Inserito all’interno del festival teatrale “Castel dei mondi”; “W l’anarchia!”, opera tratta liberamente da un testo di Rainer Werner Fassbinder, che si terrà stasera, alle 20:00 presso l’auditorium Manzoni di Andria, è la storia di una rivoluzione attuata in Baviera. Una rivoluzione che non ha esito positivo. Fallirà. E proprio nel suo fallimento, la rivolta anarchica scoprirà la sua inevitabile inutilità di partenza; tutti i personaggi che compongono la storia, infatti, cercano la libertà, ma non sanno cos’è. In ciò, sicuramente, si riscontra il dramma dell’ideologia, irrealizzabile, ma importantissima, nella sua essenza, per la ricerca della sua realizzazione da parte dell’uomo. Una lettura interessante e al di fuori di ogni schieramento, che sicuramente non lascerà lo spettatore deluso. Per la regia di Werner Waas, con Simone Franco, Lea Barletti, Otto Marco Mercante, Anna Lisa Gaudino Cecilia Maffei e Giuseppe Semeraro; con le musiche di Tobia Lamare; l’opera assume una dimensione corale per la colonna sonora, che quasi prende il sopravvento in scena, mentre si svolgono le vicissitudini di una famiglia borghese nel pieno della rivoluzione, incerta sul suo futuro e su quello della propria terra. In bilico fra l’utopia e la schiacciante realtà.

STEFANO CARBONE.

Ingresso Libero.

Presso l’auditorium Manzoni di Andria

30 agosto ore 20:00

E’ consigliata la prenotazione.

Per informazioni: http://www.casteldeimondi.com/index.php?pagina=201

Patate al chili.


Ingredienti:

  • 4 Grosse patate
  • 1 Cipolla
  • 4 Spicchi d’aglio
  • 4 Peperoncini rossi secchi
  • Olio
  • Sale

Un piatto piccante direttamente dal Messico facile da preparare. Mettere a soffriggere in padella aglio e cipolla tritati; non appena prendono colore spegnete il fuoco e aggiungete i peperoncini tritati anch’essi. Versare il contenuto della padella sulle patate pelate in precedenza far cuocere in forno per 40 minuti circa a 180°. Servire come contorno.

STEFANO CARBONE.

Picasso,la materia e il segno.


Ubicata ad Otranto, presso il castello Aragonese, la mostra di Picasso, con il patrocinio della Regione Puglia, della Provincia di Lecce e della città di Otranto; non si può certo definire un’esposizione tradizionale; come, del resto, la vita dell’artista, nato a Malaga, in Spagna, nel 1881, lavorò magistralmente ed ininterrottamente come pittore nel suo paese e all’estero; produsse un gran numero di opere e vagliando svariati metodi di produzione artistica. Ne troviamo riprova in questa mostra, nella quale riscopriamo un Picasso che sperimenta una forma d’arte caduta ormai in disuso ai suoi come ai nostri tempi: la lavorazione della ceramica. Difatti l’artista spagnolo, creò innumerevoli oggetti di questo materiale (piatti, brocche…) decorandoli con la sua immancabile tecnica pittorica, che li rende unici e dai molteplici significati nascosti; sia psicologici che emotivi. Ma non mancano i quadri: bozze, prove di dipinti più celebri; che dimostrano l’attaccamento dell’artista ai temi dell’antichità; riscontrabile in non poche bozze, nelle quali i personaggi assumono forme non dissimili da quelle dei protagonisti degli antichi dipinti classici; e, inoltre, il tema fondamentale della descrizione della vita dei poveri. Magistrale la raccolta d’illustrazioni dello storico trattato della Tauromachia di Josè Delgado, effettuate dal pittore nel 1957 tramite la tecnica dell’incisione all’acquatinta allo zucchero, che dona vera emozione, grazie anche alla dinamicità dei disegni che paiono quasi prendere vita mostrandoci il contenuto del libro in immagini. Un appuntamento da non perdere; anche per le altre mostre che si svolgono all’interno del castello; come “Otranto 1480”, a cura di Luigi Orione Amato, che prevede un’istallazione composta da scale di legno; simbolo dell’invasione ottomana della città di Otranto, ma anche simbolo di superamento delle barriere, incontro con l’altro; è inoltre presente nelle sale del castello “Cuba 10 decimi”, esposizione contenente alcuni scatti di fotografi cubani e un italiano(Luigi Orione Amato) che ritraggono l’isola di Cuba. Fra i grandi nomi dei fotografi che espongono le loro opere, ritroviamo anche quello di Roberto Salas, fotografo ufficiale di Fidel Castro. Per avere modo di comprendere la situazione vigente nella terra cubana, è stato interpellato anche il punto di vista di un italiano, estraneo al luogo, con uno sguardo lontano da quello di un semplice turista; in pieno rispetto dei principi che stanno alla base dell’etnologia.

STEFANO CARBONE.

Orari:

Aperto tutti i giorni (dal 12 Giugno al 26 settembre)

Giugno e Settembre: dalle 10:00 alle 13:00/dalle 15:00 alle 22:00

Luglio e Agosto: dalle 10:00 alle 24:00

Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.

Prezzo: intero € 6,00

Per ulteriori informazioni:

http://www.picassoaotranto.it/

Speciale Mary Shelley.


Oggi, 30 agosto 2010 ricorre l’anniversario della nascita di una fra le figure più rilevanti della letteratura moderna; Mary Shelley. Come amanti del genere gotico ed orrorifico, quali noi siamo non potevamo, certo, lasciarci sfuggire quest’occasione per soffermarci un po’ sulla vita e le opere di questa regina dell’orrore letterario; indiscussa progenitrice della fantascienza moderna. Nasce a Londra nel 1797, da due genitori fuori dal comune; William Godwin, filosofo, politico, esponente del razionalismo anarchico e Mary Wollstonecraft, filosofa ed attivista politica nei confronti delle donne. La madre muore dandola alla luce, lasciando figlia e padre soli, fino al secondo matrimonio, contratto con un’amica di famiglia. Mary conosce in giovane età, durante una gita in Scozia il poeta Percy Bysshe Shelley; sregolato e ribelle, finisce per innamorarsene e sposarlo alla tenera età di diciannove anni. Innegabile il peso che ha avuto nella formazione della scrittrice, la vicinanza a questa figura, autore di drammi lirici molto celebri come il “Prometeo liberato”. Difatti, Mary curerà svariate edizioni delle poesie del marito. Anch’egli, però non rimane a lungo nella sua vita; muore durante un viaggio all’estero annegato in seguito ad un naufragio. La Shelley, intanto raggiunge il successo e la stabilità economica in virtù di esso, con il suo primo romanzo; “Frankenstein, ovvero il nuovo prometeo”, nato quasi per caso durante una vacanza a Ginevra ove era presente anche Byron e Polidori. Byron propose agli amici, di scrivere ognuno un racconto dell’orrore che poi sarebbe stato letto per intrattenimento durante la nottata. Mary Shelley, scrisse un racconto intitolato “l’assassino”; compose, invece, “Frankenstein” così come lo conosciamo oggi, nel 1818, dopo un terribile sogno nel quale gli apparve il mostro; almeno secondo la leggenda. Non fu il suo unico romanzo; anni dopo pubblicò anche “L’ultimo uomo”, che non raggiunse mai la fama della sua opera prima. Questo libro; che narra la storia dell’ultimo uomo rimasto sulla terra, scampato ad una terribile epidemia scoppiata nel XXI secolo, è considerata da molti l’opera migliore della scrittrice. Di certo, è difficile mettere sullo stesso piano questo romanzo con il celeberrimo “Frankenstein”; non solo per la storia. La vicenda del terribile mostro creato dal dottor Frankenstein, esperto in filosofia naturalistica, grazie all’ausilio di pezzi di cadaveri, è soprattutto il ritratto di un’epoca; un punto di passaggio da un’età antica ad una moderna, con tutte le paure per le scoperte scientifiche che ne conseguono; perfettamente legittime considerando lo scatto evolutivo scientifico di quegli anni. Un libro, insomma, che contraddistingue l’epoca della Shelley; dove gli uomini sono in bilico fra quello che erano e quello che saranno; dove le superstizioni del vecchio mondo e le innovazioni tecnologiche del nuovo si danno battaglia nel campo più consono a registrare questo passaggio di epoca: la letteratura. L’uomo che diventa creatore della vita, del resto, è sempre stato un sogno ed una fobia del genere umano, sogno che oggi, a distanza di duecentotrentuno anni dalla nascita di questa superba scrittrice, continuiamo ad inseguire con tutti i dubbi e le paure che ne possono scaturire. Si può dire senza margine di errore, che Mary Shelley riuscì a cogliere alcune fra le paure che più contraddistinguono la nostra società; oltre che analizzare come essa sia in grado di creare veri e propri mostri grazie ai suoi pregiudizi. Cosa che come allora, non cessa tutt’oggi.

STEFANO CARBONE.

Incanto d'estate 2010.

Giunta alla sua terza edizione, si è tenuto, lo scorso 6 agosto, presso il cortile ottagonale interno di Castel del Monte, il concerto “Incanto d’estate 2010”, con il patrocinio del comune di Andria e dell’associazione culturale “Harmonia Vocis”. La manifestazione, volta a cercare di avvicinare il grande pubblico alla musica lirica, ha visto la partecipazione di grandissime voci della musica a livello nazionale e non solo; quali: Domenico Colaianni (baritono), Teresa Di Bari (soprano) ed Aldo Caputo (tenore). La performance dei cantanti, accompagnati dall’orchestra “Harmonia Vocis”, diretta dal maestro Giuseppe La Malfa, ha consentito certamente a tutto il pubblico all’interno dello storico castello federiciano, un ascolto limpido e attento di tutto il repertorio scelto per l’occasione; sia lirico che appartenente alla canzone popolare italiana e non. Il connubio dei due generi, ha consentito ampio respiro all’esibizione. Il tema portante, scelto per legare i vari brani riarrangiati liricamente, è l’amore, sentimento universale che unisce uomini e donne e che si esprime attraverso la musica. Di rilievo, sicuramente la partecipazione straordinaria di Cheryl Porter, che si è magistralmente esibita con una delle canzoni più celebri del grande Louis Armstrong; “What a wonderful world”, vicina al cuore dell’artista intervenuta, per il messaggio che trasmette, come lei stessa ha ammesso prima dell’esibizione. Di grande impatto la sua collaborazione in un duetto con Aldo Caputo, nella canzone napoletana “Maria Marì”. Altri brani celebri all’interno questa serata sono stati “Libiamo ne’ lieti calici” di Verdi o “Der frühllingstimmen Valzer” di Strauss, sicuramente fra i più famosi della tradizione lirica, tutti magistralmente cantati e soprattutto interpretati da Teresa Di Bari, che ha collaborato non poco nel rendere questa manifestazione unica e capace di infondere nei cuori dei presenti, nuovo amore nei confronti della musica lirica; genere da troppo tempo sottovalutato.

Alla manifestazione sono intervenute anche grandi personalità della politica locale, fra le quali il sindaco di Andria; l’Avvocato Nicola Giordano, che è stato decorato con un premio consegnatoli per il lavoro compiuto nella diffusione della cultura e dell’arte.

STEFANO CARBONE.

Beat Onto Jazz Festival 2010.


Come ogni anno, evento immancabile nella stagione estiva per gli amanti del jazz, si è svolta presso la piazza della cattedrale di Bitonto, il festival “Beat Onto”. Alla sua decima edizione, la rassegna musicale, organizzata con il patrocinio della provincia di Bari, la Regione Puglia e L’associazione “In Jazz”, si è avvalsa della partecipazione di grandi nomi dell’attuale panorama musicale jazzistico nazionale e non, fra i quali, celebri nomi come: Robertinho de Paula e il suo trio(1 agosto), Giacomo Desiante (2 agosto), Luigi Campoccia (2 agosto), Stokelo Rosemberg (3 agosto), Awaly duo (4 agosto) e l’Hadrien Ferraud trio(4 agosto). Fra gli artisti già intervenuti nelle precedenti edizioni, troviamo Luigi Campoccia; pianista, con alle spalle una lunga carriera nella musica d’autore, collaboratore di grandi artisti (fra i quali Giorgio Gaber), accompagnato da Rossano Gasperini, al contrabbasso, Daniele Malvisi, al sassofono e Paolo Corsi alla batteria; ha presentato la notte del due agosto, il suo nuovo lavoro “On the way of Damascus”, prodotto dalla casa discografica pugliese ‘Dodicilune’, dalle sonorità jazz chiaramente amalgamate con quelle più tipiche della musica simil-popolare; cosa che ad alcuni potrà renderne vagamente difficoltoso l’ascolto, ma solo per l’assoluta originalità delle composizioni, che ne rendono difficile l’effettivo accostamento con un genere in particolare, senza l’influsso di altri. Indiscussa l’abilità del sassofonista, Daniele Malvisi, che sa regalare al pubblico, attimi di profonda astrazione nella contemplazione musicale. In virtù della passata partecipazione, è stato conferito a Luigi Campoccia ed al suo gruppo, un riconoscimento in virtù del loro impegno musicale nel corso degli anni; consegnatoli subito dopo l’esibizione che ha chiuso la seconda serata del Beat Onto Jazz Festival; che si riconferma nuovamente un’ottima occasione per godere del piacevole ascolto della grande musica jazz dal vivo nelle calde notti estive. Si spera che la generosa (nonché gratuita) manifestazione, possa portare nuovamente grandi esponenti della musica sul palco bitontino anche nella prossima edizione.

STEFANO CARBONE.

Editoriale Agosto 2010.

La stagione balneare giunge infine al termine; e un po’ per inerzia, un po’ per pigrizia, ci siamo lasciati scivolare anche questo mese addosso; inermi persino nell’assistere agli sviluppi della nostra politica nazionale. Nei giri vari ed eventuali delle nostre menti, durante questo torrido ed infuocato mese(ne sa qualcosa la Russia….), ci siamo resi conto che c’è davvero qualcosa che non va’ nella mente degli abitanti del nostro paese. Riguardo la questione ambientale che, ormai è chiaro per chi ci segue, è la nostra primaria fonte di grattacapi, ci siamo chiesti se questo allarmismo (più che giustificato secondo la nostra opinione) nei riguardi delle fonti di energia non rinnovabili, non sia, in effetti, diventato già business per gente di malaffare. Sono ormai sulla bocca di tutti le questioni riguardanti lo scandalo dell’eolico in Sardegna, che hanno portato le autorità a scovare la P3, nella pattumiera a cielo aperto nella quale si è tramutato palesemente il nostro governo. Dunque l’ennesima organizzazione a delinquere che coinvolge alte cariche dello stato (proprio quello che ci voleva nel nostro paese….); fra cui ‘Cesari’ di dubbia identificazione (forse per chi non vuol vedere….). Di certo è interessante il campo nel quale operava questa: l’eolico. Una trovata geniale; considerando che il nostro paese non ha le carte giuste per produrre sufficiente energia derivata dal vento tale da giustificare un impiego massiccio dei generatori eolici, tanto in voga nella nostra nazione. E’ una questione di venti. Se non ci sono che senso ha costruire strutture che ne sfruttino la circolazione per produrre energia?

Evidentemente ai piani alti ritengono che l’Italia oramai sia composta interamente da gente inebetita dai media e dintorni. Del resto tutto quadra. Potremmo definirla quasi una combutta. La televisione ci impoverisce tanto da renderci inermi di fronte alle palesi frodi effettuate a nostre spese. E intanto i veri problemi restano lì dove li abbiamo lasciati. E’ davvero possibile che questi paladini dell’illegalità non si rendano conto che tutte le questioni irrisolte a causa di ‘trasferimenti di denaro fuori programma’ coinvolgono anche loro?

“Vivere è facile con gli occhi chiusi”, scriveva John Lennon nella celebre canzone ‘Strawberry fields forever’; ma fino a quando sarà possibile continuare a far finta che tutto questo non ci coinvolge? Ladri o poliziotti, magistrati o mafiosi; siamo tutti sulla stessa barca planetaria alla deriva in questo universo. Tutto ciò che facciamo o non facciamo o non consentiamo di fare ci coinvolge. Non c’è scampo da questo. E’ proprio un atteggiamento del genere che comporta poi divisioni a tutti i livelli; in questo momento stiamo assistendo ad una politica che va in questo senso; il governo, ormai corrotto dalle fratture pseudo-ideologiche, tentenna fra destra,sinistra e centro. Difficile, però, che la situazione si risolva se non ci si rende conto che l’unico scopo dei partiti è costruire un paese migliore per tutti, e l’unica strada da percorrere in questo senso è la collaborazione. O si trova la rotta insieme o si cola a picco.

STEFANO CARBONE.

Nightmare

NIGHTMARE (A nightmare on Elm Street USA 2010) di Samuel Bayer con Rooney Mara, Jeackie Earle Haley, Kyle Gallner, Katie Cassidy HORROR- A 26 anni di distanza dal capostipite della serie firmato dal maestro (?) dell’horror Wes Craven, arriva questo reboot (reinvenzione) di una delle saghe cinematografiche più conosciute e lunghe della storia del cinema. Messi da parte Craven, neppure consultato, e l’ex protagonista e interprete di Freddie Krueger Robert Englund, si giunge ad una rinascita del mito sopra la media delle solite produzioni horror per teenager e per svariati versi anche del “Nightmare” originale. I sogni di alcuni adolescenti americani sono funestati da un uomo nero con un guanto artigliato: quando i ragazzi incominceranno a morire in sogno e di riflesso anche nella realtà, incomincerà la corsa contro il tempo di alcuni di loro per fermare il mostro –un uomo sfigurato da delle ustioni di nome Freddie Krueger-. Oscuri segreti sepoliti nel loro passato e in quello dei loro genitori verranno a galla. Seppur con piccoli cambiamenti la trama e lo svolgimento della vicenda, sino anche a varie morti, rimangono i medesimi del film del 1984, impreziositi da un maggior spessore psicologico dell’intera vicenda che sfocia nel non essere più l’assassino di bambini che conoscevamo di Freddie e del complesso rapporto che lo lega agli adolescenti che sono sue vittime, ma in un certo senso anche suoi carnefici. Ottima fotografia e apprezzabile la scelta di introdurre i micro sogni per tenere alta la tensione. Buona l’idea di rendere Krueger serio e deciso nel suo compito di vendetta e nell’eliminare l’ironia che il personaggio aveva nei precedenti film della serie. Nel complesso un prodotto discreto purtroppo con attori non del tutto all’altezza che si spera non verrà rovinato dal sequel già in cantiere.
VOTO: 7/10
CLIZIA GERMINARIO